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Come ha pesato il lockdown sulle condizioni fisiche, psicologiche e di salute degli anziani? Che cosa gli è mancato di più? Come hanno trascorso il tempo dell’isolamento? Queste alcune delle domande a cui ha risposto l’indagine dello Spi Cgil Lombardia tra i residenti over 65 della regione, realizzato in collaborazione con l’Istituto Mario Negri. Su 1.480 che hanno risposto tra luglio e settembre al questionario compilato anche online, oltre la metà ha cambiato abitudini per colpa del Covid e più del 30 per cento ha vissuto momenti di ansia e di tristezza durante la pandemia. Gli intervistati si sono sentiti abbandonati nel 60 per cento dei casi, un senso di isolamento causato soprattutto dall’impossibilità di vedere i propri familiari.
“Nel giro di poche settimane il Coronavirus ha cancellato un quadro idilliaco – spiega Valerio Zanolla, segretario generale Spi Cgil Lombardia -: la terza e quarta età erano viste dalla pubblicità e dal mercato come un’isola di serenità. Oggi sono assediate dalla paura del contagio, dalla sofferenza e anche dalla morte, oggetto, specie nella prima fase della pandemia, di un cinismo politico mai visto nei confronti di una generazione di anziani, colpevoli soltanto di essere vecchi e con plurime patologie. Con il semplice appellativo ‘sono vecchi’ si è giustificata la morte di migliaia di persone, al di là di ciò che hanno rappresentato nella nostra società, e che ancora rappresentano, e ciò che svolgono in supporto delle loro famiglie, oltre che in sostituzione a un welfare clamorosamente deficitario”.
L’indagine evidenza anche aspetti positivi. La stragrande maggioranza infatti si è detta ottimista: l'80 per cento ha risposto che è soddisfatto della propria vita, desidera imparare cose nuove e fare progetti per il futuro. In genere, gli over 65 vogliono stare al passo con i tempi e sentono il bisogno di apprendere e di essere sempre aggiornati, la quasi totalità si informa quotidianamente dei problemi sociali, politici ed economici del mondo, soprattutto tramite la televisione, i quotidiani e internet. L’inchiesta che ha coinvolto per lo più persone autosufficienti, molte delle quali affette da malattie croniche, ha evidenziato una sostanziale fiducia nei confronti dei medici di base e degli specialisti della salute. Non godono dello stesso credito i servizi sanitari dedicati alla terza età della regione, di cui solo il 20 per cento si dichiara soddisfatto, o i servizi dell'Azienda di tutela della salute, ritenuti insufficienti da circa la metà degli intervistati.
"Come sindacato dei pensionati sappiamo che se intorno alla persona anziana c’è un progetto, una rete di assistenza che funziona, anche interesse per la storia che ci può raccontare, ecco che la longevità può essere una risorsa – conclude Zanolla -. Lo abbiamo capito dalle risposte che ci sono state date. Gli over 65 hanno ancora molti progetti per il loro futuro, e questo varrà anche per i giovani di oggi quando anche loro invecchieranno. Chiediamo a loro di non bruciarsi i ponti dietro le spalle, ma anzi di lavorare e lottare assieme a noi per ridare vita allo spirito della legge 833 del 1978 sulla riforma sanitaria, che è stata conquistata con le lotte di coloro che adesso si vorrebbe rinchiudere nelle case”.