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La Cgil Toscana punta il dito contro l’accordo siglato tra le aziende sanitarie della Toscana e il Forum toscano delle associazioni per i diritti della famiglia. Un'intesa – afferma il sindacato – che “preoccupa innanzitutto per l’indebita ingerenza nel ‘percorso Ivg’. Oltre alla concessione di un cospicuo finanziamento di 195.000 in tre anni, ci chiediamo a che titolo, nei consultori e nei percorsi di interruzione volontaria di gravidanza, intervenga un'associazione che nel suo statuto contempla, fra le proprie finalità, ‘la promozione e la salvaguardia dei valori della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio in conformità al dettato costituzionale’ e afferma ‘il diritto fondamentale di ogni essere umano alla vita e al rispetto della propria dignità, dal concepimento alla morte naturale’”.
La Cgil ricorda che “da anni movimenti, associazioni di donne e qualche rappresentante istituzionale e delle Asl stanno disperatamente cercando di far applicare una legge dello Stato, la 194 del 1978, proprio per garantire certezza dei tempi, somministrazione di metodologie innovative di interruzione, contrasto all’abuso dell’obiezione di coscienza che determina allungamento dei tempi delle procedure, anche laddove la legge non ne consentirebbe il ricorso. A fronte di nessuna garanzia di rispetto della legge si sceglie di contribuire economicamente e con la progettazione di azioni e iniziative da parte di associazioni che contrastano apertamente il diritto di scelta delle donne sulla loro gravidanza”.
“Sappiamo quanto la Regione Toscana sia attenta al rispetto dei diritti e della libertà di scelta prevista e consentita dalla legge 194 – prosegue la Cgil –, sappiamo anche che con la recente delibera della Giunta si sia esteso l’accesso alla contraccezione gratuita, proprio per favorire la maternità consapevole. Sappiamo anche della ancora più recente disponibilità offerta al ministero della Salute per costruire anche in Toscana un’apposita app per le neomamme Happy mamma che accompagna le donne nel percorso nascita”. Ma per il sindacato l’accordo siglato con il Forum toscano “appare apertamente in contraddizione con i percorsi citati. Perché consentire loro di intervenire nel percorso Ivg, quando già la legge prevede tutte le tutele di sostegno e aiuto da parte di personale specializzato: assistenti sociali, psicologi e psicologhe? Qualcosa non torna. Occorrerebbe ripensare rapidamente ruolo e funzione di queste associazioni e sostenere, invece, con maggiori interventi, anche economici, la presenza dei consultori pubblici sul territorio con tutte le strumentazioni e le attrezzature utili a garantirne il buon funzionamento. La libertà di scelta delle donne è il bene supremo da difendere, proprio in ragione di ciò che prevede la legge”, conclude la confederazione.