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“Esprimiamo una prima valutazione positiva sull’avvio del percorso volto a introdurre un nuovo assegno unico e universale destinato al sostegno dei figli e delle figlie minori. Riteniamo però che, pur nella sua provvisorietà, questa normativa ‘ponte’ abbia alcune criticità che devono essere corrette già in questo provvedimento e che non dovranno avere seguito nell’assetto definitivo dell’Assegno unico e universale”. Così la Cgil nazionale nel corso dell’audizione presso l’XI Commissione del Senato della Repubblica sul decreto legge 8 giugno 2021, n.79, recante Misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori.
La Confederazione ha espresso “piena condivisione per l’allargamento della platea dei percettori, estesa a chi fino ad oggi era escluso dalle misure esistenti, in particolare ai figli e alle figlie di chi svolge lavoro autonomo e di chi è incapiente”, e “apprezzamento per l’utilizzo dell’Isee come strumento di misurazione della condizione economica del nucleo familiare, pur sottolineando la necessità che la misura a regime, che assorbirà anche le detrazioni, sia armonizzata con una riforma fiscale pienamente progressiva”.
La Cgil ha anche chiesto “correttivi sui profili di criticità individuati”. In particolare “quelli relativi all’interazione con il Reddito di cittadinanza, che, decurtando il beneficio, penalizzerebbe proprio quei minori che vivono una condizione di maggior bisogno e che – si sottolinea – l’Istat ha recentemente certificato essere un numero in crescita, giunto nel 2020 a 1,3 milioni; e quelli relativi ai requisiti di soggiorno e residenza, che escludono i cittadini stranieri con permesso per motivi familiari”.
“La misura temporanea, così come quella che entrerà a regime – ha aggiunto in conclusione la Cgil – non deve creare disparità o contenere profili discriminatori tra beneficiari, vecchi e nuovi, salvaguardando i profili di unicità e universalità del nuovo strumento nel sostenere i bisogni di sviluppo e crescita dei figli, a prescindere dalla condizione dei genitori”.