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Marzo è arrivato, portando in dote i primi pagamenti relativi alla nuova misura dell’assegno unico e universale ai figli. Dovrebbero arrivare con la metà del mese, il 15, le corresponsioni per quanti hanno presentato domanda entro il 28 febbraio. Ma c’è ancora tempo. Per tutti gli altri, se ne faranno richiesta entro il 30 giugno, sarà possibile ricevere l’assegno e recuperare tutti gli importi pregressi. Non si tratta di cifre di poco conto, se pensiamo che per ogni figlio si potrebbero ottenere, a seconda dell’Isee, dai 50 ai 175 euro.
Due milioni e 300mila le domande già inoltrate. Come spesso accade i patronati hanno fatto la parte del leone, raccogliendone, a ieri, 963.914, un buon 40 per cento. E l’Inca, con le sue 187.263 pratiche, ha seguito di fatto il 19,5 per cento degli iter patrocinati.
Ce lo dice con un certo orgoglio il presidente del patronato della Cgil, Michele Pagliaro, a riprova del ruolo di presidio di prossimità che l’Istituto di via Paisiello continua a svolgere per i cittadini e per gli iscritti al sindacato di Corso Italia.
“Sicuramente – ci dice – anche in occasione dell’assegno unico e universale il sistema dei patronati in generale ha dato prova di sé. Quasi un cittadino su due tra gli aventi diritto si è rivolto ai patronati. E di questi, uno su cinque ha scelto l’Inca. Ancora una volta, la fitta rete territoriale del sistema servizi della Cgil ha contribuito a offrire un servizio importante per milioni di cittadini. Ma ci aspetta ancora tanto lavoro. A partire da oggi molte persone si vedranno sospesi detrazioni e assegni in busta paga, persone che si rivolgeranno a noi per chiedere informazioni. In più, ci sentiamo di consigliare anche a chi ha scelto di affidarsi all’invio autonomo telematico diretto, collegandosi al portale dell’Inps, di verificare l’effettiva entità dell’assegno che gli verrà accreditato perché, per chi non ha dimestichezza con queste pratiche e non è riuscito a inserire l’effettivo Isee, l’errore ci può stare. È fondamentale, in quel caso, correggerlo, per non perdere soldi che spettano. Consigliamo alle persone di verificare presso i nostri uffici l’effettiva congruità dell’assegno”.
Un’occasione per ribadire, dopo il grande lavoro svolto nel periodo più critico della pandemia, tra distanziamento sociale e una raffica di bonus e strumenti ai quali non sarebbe stato facile accedere senza la consulenza e l’aiuto dei patronati, quanto l’attività degli istituti resti un ponte fondamentale tra cittadino e pubblica amministrazione.
“Credo che anche questa volta abbiamo confermato la nostra utilità e validità – ci ha detto Michele Pagliaro –. Siamo di fronte a un cambiamento profondo del welfare. Questo strumento universale, rivolto all’intera platea della nostra società, professionisti, autonomi ma anche disoccupati e incapienti, ci ha permesso di dimostrare la nostra competenza e la qualità dei nostri servizi. Abbiamo costruito un rapporto che la pubblica amministrazione fa fatica a portare avanti. Per questo ha deciso di delegare. Credo che con un’attività come questa – o come quella che abbiamo svolto durante il lockdown –, in una fase di trasformazione dello stato sociale e di rapida transizione digitale, oggi si debba ragionare sul nostro ruolo. Dobbiamo disegnare oggi il patronato di domani: da un lato portare avanti il nostro lavoro e dall’altro sviluppare competenze importanti verso le consulenze complesse, la partita dei diritti inespressi, la presa in carico di cittadini che oggi si devono misurare con le amministrazione in una fase di cambiamento”.