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Dal primo gennaio 2024 il Reddito di cittadinanza non esisterà più per nessuno. Questo prevedeva la legge di bilancio dello scorso anno e così sarà, visto che il governo Meloni non ha voluto ascoltare le diverse e fondate critiche e preoccupazioni arrivate non solo dal mondo sindacale, ma anche dall’Alleanza contro la povertà, dall’associazionismo e dal Terzo Settore, nonché da una parte degli enti locali. Nulla ha scalfito le granitiche convinzioni della maggioranza, che più che una guerra alla povertà, conduce strenuamente quella contro i poveri.
Erano stati promessi strumenti che avrebbero dovuto per un anno “elargire” un assegno – assai più basso del Rdc – a quanti non sono occupabili; corsi di formazione per i cosiddetti occupabili (che però difficilmente troveranno lavoro); durante la frequenza dei corsi, di cui si hanno poche notizie, sarebbe dovuto arrivare anche un assegno.
Ma di tutto ciò al momento ci sono davvero poche notizie, e alcune certezze. Le certezze sono che già dallo scorso luglio i cosiddetti occupabili non ricevono più sostegno economico, mentre da settembre sarebbero dovuti partire i corsi di formazione accompagnati da un’integrazione economica, L’altra certezza è che il primo giorno del nuovo anno anche quanti non possono avere la prospettiva di un lavoro perché anziani, disabili e con figli minori, non riceveranno più nulla. Dovrebbe, però, per loro essere a disposizione l’Assegno di inclusione. Ma come attivare questi strumenti, se davvero sono pronti e cosa succederà, non si sa.
Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto alla ministra Calderone un incontro per avere chiarimenti, fugare dubbi e perplessità e magari potersi confrontare per evitare criticità. E, finalmente, l’incontro è stato fissato, l’appuntamento è per lunedì 18 alle 15 nella Sala D’Antona della sede del ministero del Lavoro.