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Niente ferie e straordinari, è sciopero dei magazzinieri in appalto per Zara: la protesta si svolgerà sabato 2 marzo e domenica 3 marzo. In questi giorni i lavoratori che svolgono queste importanti mansioni per conto del famoso brand spagnolo sono in stato d’agitazione in tutto il Paese. A Bologna si parla di una ventina di persone, principalmente di origine straniera, e dipendenti di cinque diverse cooperative che le ha inquadrate con un contratto multiservizi. “Sono coinvolti entrambi i punti vendita di via Indipendenza, nel cuore della città – accusa in una nota la Filcams bolognese –, dove gli addetti svolgono ben più ore di quante dovrebbero, senza maturare ferie né vedersi riconosciuti gli straordinari e le maggiorazioni previste per il lavoro notturno e festivo, e lavorando per lungo tempo in luoghi privi di ogni rispetto delle più ovvie norme relative alla salute e sicurezza. Inoltre le aziende hanno fatto comparire i ratei di tredicesima e quattordicesima in busta paga, senza in realtà erogare il denaro”.
La musica non cambia a Roma. “La logistica di questo paese sta scrivendo l’ennesima pagina di lotta da quando in questo settore si è avviata la politica di terziarizzazione delle attività a favore di soggetti imprenditoriali non sempre in linea con le previsioni normative”. Così, in una nota, la segreteria regionale della Filt Cgil sulla vertenza avviata nel Lazio presso i magazzini del noto marchio di abbigliamento. Per il sindacato, “la vicenda evidenzia ancora una volta quanto servirebbe una norma idonea a ridurre il perimetro di azione delle società cooperative, che nell’ambito della produzione di lavoro non hanno evidentemente motivo di esistere. Da settimane ormai abbiamo avviato una trattativa con l’azienda che ha in appalto le attività di facchinaggio per conto di Zara sul nostro territorio finalizzata al ripristino della legalità, con il riconoscimento di tutte le previsioni normative ed economiche del contratto nazionale della logistica e degli arretrati per le tante e gravi mancanze riscontrate rispetto al passato, ma a oggi nessuna soluzione è stata trovata, malgrado le due giornate di sciopero già consumate”.
“Continueremo con tali iniziative fino al presidio di venerdì 8 marzo presso il punto vendita Zara di via del Corso”, termina il comunicato: “In questi appalti convivono e collaborano circa 300 lavoratori di diverse nazionalità, italiani, egiziani, somali, eritrei, pachistani e indiani, che nel tempo hanno dovuto subire trattamenti salariali miseri, con orari di lavoro insostenibili. Chiediamo a Zara un impegno fattivo per risarcire i gravi danni che queste donne e uomini hanno sino a oggi subìto e garantire loro la continuità occupazionale con un trattamento corretto e rispettoso delle leggi vigenti”.
(mm)