Proprio non ci stanno i lavoratori della Zanetti spa di Lallio (Bergamo), storica azienda di produzione e commercializzazione di formaggi: con l’ultima busta paga, il 6 dicembre, hanno ricevuto una comunicazione scritta con cui la direzione li avvisava dell’entrata in vigore di una diversa organizzazione dei tempi di lavoro attraverso un nuovo software che sarà attivo dal 1° gennaio. Da oggi, 18 dicembre, per questo, hanno avviato uno stato di agitazione.
“Nella sostanza, si informano i lavoratori dei reparti di produzione che dall’inizio dell’anno dovranno timbrare le proprie pause, cosa che fino ad oggi non è mai accaduta. Le pause andrebbero, così, recuperate a fine turno oppure scalate dalle ore ordinarie, cioè pesando sulla retribuzione mensile” ha spiegato oggi Francesco Pisciotta della Filcams Cgil di Bergamo. “Noi rivendichiamo, invece, che il sistema attuale continui a rimanere valido anche da gennaio e per questo chiediamo un incontro all’azienda. Abbiamo aperto uno stato di agitazione a partire da oggi nell’ambito del quale non escludiamo il blocco degli straordinari né la proclamazione di uno sciopero. La protesta va collocata in un contesto molto più ampio, in una trattativa per il Contratto aziendale che si è arenata e dopo un periodo di cause – tre concluse in maniera positiva con un accordo – per sanare irregolarità sui livelli di inquadramento di molti lavoratori. Per l’ultima causa pilota attendiamo una sentenza il 31 gennaio prossimo”.
Intanto, per giovedì pomeriggio, 20 dicembre, è già in programma un’assemblea con i lavoratori (dalle ore 15 alle 16). “Si tenga presente, da quanto ci riferiscono i nostri delegati, che in quest’azienda la giornata di lavoro va ben oltre le 8 ore: si può arrivare a 10-11 ore e dunque è facile comprendere come una pausa di dieci minuti sia necessaria per il riposo psicofisico di ciascun lavoratore” prosegue Pisciotta. “Le lavorazioni sono, tra l’altro diversificate: c’è chi opera in linea, quindi esercitando un’attività monotona e ripetitiva, come del resto l’attività davanti a videoterminale, ma c’è anche chi lavora nelle celle frigorifere, tra 0 e i 4 gradi. Una breve pausa al mattino e una al pomeriggio sono sempre esistite, non capiamo ora perché vadano recuperate o perse in busta paga”.
Nella sede centrale di Lallio (Bergamo) lavorano 134 dipendenti diretti, più una decina di lavoratori interinali. In totale sono oltre 400 le persone impiegate nei siti del resto d’Italia.