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"Pochi giorni fa, Wind Tre ha annunciato di voler riorganizzare alcune funzioni tipiche, legate al Chief financial officer (Cfo), accentrandole nella sede di Milano. La traduzione pratica consiste in trasferimenti coatti di lavoratori dalla sede di Roma a quella di Milano. Quindi, i lavoratori potrebbero trovarsi a dover scegliere se mantenere il posto di lavoro trasferendosi a Milano o uscire dall’azienda". È quanto dichiara Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc.
"E se i trasferimenti coatti sono sempre sbagliati - un atto violento oltre che anti-storico e inutile, in tempi di smartworking e progetti di digitalizzazione varia - colpisce ancora di più il dato che oltre il 70% delle persone potenzialmente impattate sono donne. Le statistiche di Eurostat ci ricordano che in Italia, nelle aziende private, le donne guadagnano circa il 20% in meno dei colleghi uomini, sia a causa di differenze inquadramentali a parità di mansione sia perché molto spesso le donne lavorano part-time (su base volontaria?) per potersi dedicare maggiormente al lavoro di cura familiare", prosegue il sindacalista.
"Non occorre essere particolarmente maliziosi per capire come questa scelta di Wind Tre potrebbe non essere affatto casuale. Chi può stupirsi, infatti, se molte di loro saranno costrette a rinunciare al proprio posto di lavoro? Siamo davanti a licenziamenti mascherati che, già di per sé gravissimi, assumono i contorni della misoginia. Non lasceremo nulla d'intentato, affinché questo scempio venga fermato", conclude il dirigente sindacale.