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Dopo la decisione di Whirlpool di non presentarsi al tavolo convocato ieri dal ministero dello Sviluppo economico, atto che manifesta mancanza di rispetto sia verso i lavoratori sia verso le istituzioni, sono partiti in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo i primi scioperi, con altissime adesioni. Lo affermano Fiom, Fim e Uilm in una nota congiunta.
"Siamo consapevoli che siamo in una fase cruciale della storia di Whirlpool in Italia, in cui viene messa in dubbio la sua stessa permanenza in Europa - scrivono le sigle -. Faremo tutto ciò che possiamo per pretendere un confronto che dia voce ai legittimi interessi dei lavoratori e del nostro Paese. Per questo è stato convocato un coordinamento nazionale unitario lunedì 3 ottobre nel quale decideremo come proseguire nei confronti di azienda e Governo".
I sindacati quindi aggiungono: "Vogliamo sapere se Whirlpool venderà e in quel caso a chi venderà. Vogliamo conoscere il piano industriale di Whirlpool e del potenziale acquirente. E chiederemo al futuro Governo di intervenire con ogni atto possibile a tutela dell’industria e dell’occupazione e di tutti i siti produttivi".
"Rimaniamo convinti - inoltre - che il settore degli elettrodomestici sia strategico per l’Italia salvaguardando un settore fondamentale per le esportazioni e chiederemo di mettere in campo tutte le iniziative per proteggerlo dai rovesci della crisi che si sta abbattendo sull’Europa. Fino ad ora Whirlpool ha evitato qualsiasi tavolo di confronto e le notizie che abbiamo potuto apprendere sono state solo quelle che la multinazionale ha inviato come comunicati. Le mobilitazioni proseguiranno, nelle forme che deciderà il coordinamento sindacale nazionale - concludono -, fino a che Whirlpool non avrà accettato un confronto reale e trasparente".