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Nel corso del tempo, è diventata una vertenza simbolo dell’arroganza delle multinazionali nel nostro Paese, e continuerà ad esserlo anche nel 2021. Dopo l’ultimo rendez vous al tavolo negoziale fra Whirlpool e sindacati, avvenuto oggi pomeriggio, 29 dicembre, alle 15, in videoconferenza con i ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro, e conclusosi con un nulla di fatto, le parti si sono date appuntamento ai primi di gennaio.
“Né bene né male”: questo, il commento a ‘caldo’ dopo l’incontro di Rosario Rappa, segretario generale della Fiom Cgil Napoli. “Il tavolo di oggi non ha risolto le questioni principali, a cominciare dal fatto che i vertici aziendali hanno ribadito per l’ennesima volta che non ci sono le condizioni per riaprire la fabbrica e riprendere la produzione”. Questo, malgrado le organizzazioni dei metalmeccanici abbiano sottolineato come il volume produttivo aziendale di quest’anno sia stato analogo a quello del 2019 e si preveda, per giunta, un ulteriore incremento produttivo nel primo semestre 2021.
Ma perlomeno il tavolo di oggi è servito a definire la faccenda legata alla cassa integrazione per i 375 dipendenti dello stabilimento di via Argine. Nel senso che l’azienda ha finalmente accettato di fare richiesta per la cassa integrazione per Covid a gennaio, dopo aver erogato l’ultimo salario il 27 dicembre. Nello stesso tempo, sempre i responsabili della Whirlpool si sono detti disponibili ad aprire un tavolo di confronto su Napoli e sul futuro occupazionale di tutti gli addetti legati alla multinazionale, incluso l’indotto, vale a dire oltre mille persone.
“Troviamo disonorevole il comportamento di Whirlpool – hanno rilevato congiuntamente Rosario Rappa e Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom e responsabile del settore elettrodomestici -. Ricordiamo che in presenza del blocco dei licenziamenti - in virtù dell’accordo del 25 ottobre 2018 - la copertura economica degli stipendi dovrebbe essere in capo all’azienda. La cassa Covid-19 interamente a carico dello Stato, da gennaio a fine marzo (ad aprile dovrebbero partire i licenziamenti, ndr), rappresenta un ulteriore risparmio per la multinazionale. In considerazione di questo, abbiamo chiesto l’integrazione della cigs, al fine di garantire il salario pieno alle lavoratrici e ai lavoratori di Napoli. L’azienda si è detta disponibile a discuterne in sede di esame congiunto”.
“Nello stesso tempo, ancora su nostra richiesta, sempre i responsabili della Whirlpool hanno anche dato la loro disponibilità ad approfondimenti su Napoli e su Caserta e ad aprire un tavolo di confronto sul futuro occupazionale di tutti gli addetti legati alla multinazionale, incluso l’indotto, vale a dire oltre mille persone. Per quel che ci riguarda, il capoluogo campano deve continuare a produrre lavatrici di alta gamma”, proseguono i dirigenti sindacali.
”Auspichiamo che il Governo assuma un ruolo più deciso nel mettere in discussione le scelte della multinazionale: ci aspettiamo, in particolare, che riesca a sviluppare un’iniziativa in grado di far modificare posizione all'azienda. E’ stata persa una grande occasione per Napoli, ma la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori continua in difesa della dignità del lavoro”, aggiungono Rappa e Tibaldi.
"Ad ogni modo, resta del tutto incomprensibile il fatto che, mentre il mercato mostra segni di grande ripresa per quella gamma di prodotti, la Whirlpool rimanga ferma sulle proprie posizioni. Se passa tale impostazione, ovvero da una parte si ricevono fondi pubblici e dall'altra si dismette un importante sito produttivo come quello partenopeo, senza subirne conseguenze, la deindustrializzazione in Campania prevarrà, in oltraggio ai lavoratori, ai sindacati e alle istituzioni”, ha dichiarato Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania.
Infine, domani, 30 dicembre, si terrà l’evento di solidarietà e beneficenza organizzato dal Cral Whirlpool di Napoli, dalle ore 15 presso lo stabilimento di via Argine, in cui sarà presentato il calendario 2021, dal titolo ‘Sulla nostra pelle’, che racconta attraverso le immagini venti mesi di battaglia in difesa del loro posto di lavoro. All’evento saranno presenti istituzioni, forze politiche, sindacati, associazioni, artisti e rappresentanti della società civile. La Fiom ha già acquistato un migliaio di questi calendari, insieme ai territori degli altri stabilimenti del gruppo, e nel corso dell’evento solidale saranno messe all'asta le prime tre copie.