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Si è svolto oggi il tavolo tecnico sulla vertenza della Whirlpool di Napoli alla presenza di Invitalia e della vice ministra Alessandra Todde. "In premessa Invitalia ha illustrato il confronto avuto con Whirlpool sulle motivazioni relative alla chiusura di Napoli, giustificando la scelta sulla base di perdite relative al mercato". Lo dichiarano in una nota congiunta Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil e responsabile elettrodomestico e Rosario Rappa, segretario generale Fiom di Napoli.
Dopo la pandemia, spiegano i sindacalisti, però la situazione è mutata in tutta l'area Emea: "La multinazionale non ha avuto solo un rimbalzo nel mercato, sta aumentando i ricavi in maniera consolidata. La chiusura di Napoli non è più giustificata anche a fronte delle ingenti risorse pubbliche che ha ricevuto in questi anni.Whirlpool è in malafede, ed è in debito con il governo e con le lavoratrici e i lavoratori di Napoli".
C'è il tema anche dell'accordo del 2018 che è stato disatteso e dei mancati investimenti in Italia che ne dovevano derivare. "Invitalia ha reso noto lo stato di avanzamento sulla ipotesi di reindustrializzazione del sito di via Argine attraverso la realizzazione di un hub nazionale della mobilità sostenibile, utilizzando le risorse del Pnrr e con partecipazione pubblica, per affrontare la transizione industriale ed ecologica".
Questa operazione, secondo Invitalia, "offrirebbe da subito una soluzione occupazionale per le tutte lavoratrici e i tutti lavoratori, avviando al contempo, oltre alla produzione, anche attività di ricerca e sviluppo e formazione con possibilità di assunzione di altri lavoratori.Per quanto ci riguarda tutti i lavoratori devono essere assunti da un unico soggetto industriale. Abbiamo un problema però legato al tempo. Il governo deve agire subito e intervenire su tutte le procedure di licenziamento in corso. A tal proposito il governo sta lavorando ad un provvedimento che penalizza le imprese che lasciano il nostro Paese, per questo chiediamo la convocazione i primi di settembre del tavolo presso il Ministero del Lavoro al fine di ritirare la procedura di licenziamento. Occorre richiamare Whirlpool alle sue responsabilità - concludono - e qualunque soluzione alternativa va discussa e condivisa con le lavoratrici e i lavoratori, ma solo dopo il ritiro dei licenziamenti”.