Bloccano l'autostrada. Protestano. Non si rassegnano. Gli operai della Whirlpool di Napoli l'avevano detto un anno fa, continuano a ripeterlo oggi: a via Argine la produzione deve continuare. È per questo che di fronte a una multinazionale sorda oggi hanno deciso di scendere di nuovo in strada. Sono stati solo l'incontro in prefettura e l'annuncio di un intervento da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte a raffreddare un clima diventato bollente dopo che la scorsa settimana i vertici dell'azienda hanno confermato una chiusura senza appello per la fabbrica di elettrodomestici.

 

Il premier Conte si prende qualche ora e poi annuncia che, d'intesa con il ministro Stefano Patuanelli, contatterà i vertici della multinazionale Whirlpool. L'obiettivo lo affida a una nota di Palazzo Chigi: "assicurare la massima premura del governo italiano per una soluzione nel segno della continuità aziendale e della protezione di un presidio produttivo essenziale per l'intero territorio campano".

Una promessa che gli operai, però, non hanno intenzione di lasciar cadere nel vuoto, fedeli al motto che accompagna ormai da mesi la vertenza hanno sì tolto il blocco dall'autostrada, ma allo stesso tempo hanno chiarito che non si fermeranno. Vogliano innanzitutto che Conte li convochi perché "Napoli non molla".

Il conto alla rovescia per evitare che i cancelli si chiudano definitivamente è già iniziato ma spiega il segretario generale della Fiom Cgil partenopea Rosario Rappa:  "Per noi il 31 ottobre rappresenta una data, la data in cui Whirlpool ha deciso di cessare la produzione, non il punto finale di questa vicenda". Lo ribadisce stando anche lui lì, all'altezza dello svincolo autostradale che lambisce lo stabilimento di via Argine. "Per noi, dal 31 in avanti, inizia un'altra fase che è quella di far riaprire la produzione di lavatrici a Napoli. Quel giorno faremo l'assemblea aperta a tutte le forze politiche e istituzionali che in questi mesi sono state al fianco dei lavoratori, poi il 5 novembre ci sarà lo sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil per tutti i settori produttivi. Ma da oggi fino ad allora e poi anche dopo continueremo con azioni eclatanti fino a quando il governo non farà ciò che ha dichiarato: cioè costringere la multinazionale a fare un passo indietro visto che non c'è nessun motivo per chiudere lo stabilimento di Napoli".

Perché quella della Whirlpool è una scelta che è tutta basata sulla logica del massimo profitto al minor costo: "C'è una crescita esponenziale dei volumi produttivi in tutto il settore degli elettrodomestici, - conclude Rappa - Whirlpool sta realizzando utili mai fatti negli anni precedenti, c'è un carico di lavoro straordinario, tant'è che oltre agli altri cinquemila lavoratori ci sono circa 7/800 lavoratori interinali impegnati, Per cui  non c'è nessun motivo per chiudere Napoli. Per noi la vertenza si concluderà quando verrà ripresa la produzione".