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Qualche giorno fa ho accompagnato Laura nella sua attività quotidiana di shopper. Cosa fa uno/a shopper? Svolge uno dei “nuovi lavori” organizzati tramite piattaforma digitale: fa la spesa e la consegna a domicilio ai clienti registrati sulla app. Solitamente viene contrattualizzato come collaboratore occasionale o partita Iva. Utilizza la sua autovettura, il suo telefono e tutto quello che gli serve per portare la spesa a domicilio. E spesso sono carichi pesanti, visto che possono trasportare anche parecchie casse di acqua e magari consegnarle presso un cliente che non ha l’ascensore.
Con Laura ci incontriamo nel parcheggio di un grande supermercato. È il luogo da cui attende il primo ordine la mattina, a partire dalle 9,30 circa. L’ordine arriva sulla app del suo telefonino: lei può accettarlo o meno. Se lo accetta dovrà recarsi nel supermercato prescelto dal cliente, che si trova nella sua zona di competenza, fare la spesa, sostituire, eventualmente, prodotti che non sono presenti, pagare la spesa e trasportarla a destinazione. A quel punto si chiude l’ordine e si ricomincia. Capita però di frequente che l’ordine non arrivi. Quindi Laura aspetta di tornare attiva nei pressi di un supermercato, dentro l’autovettura o presso un bar.
Il mondo degli shopper, a differenza di quanto accade per il food delivery, è fatto da persone che, necessariamente, devono avere una buona padronanza della lingua italiana: spesso si deve interloquire con il cliente perché possono sorgere alcuni problemi con i prodotti della spesa, e con gli addetti del supermercato.
Faremo di tutto affinché il suo sforzo paghi: metteremo a disposizione, sua e dei suoi colleghi, tutta la nostra competenza, sostegno e passione per raggiungere insieme gli obiettivi che ci siamo prefissi.
Roberta Turi è segretaria nazionale Nidil Cgil