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Il salario minimo è uno strumento di giustizia sociale che potrebbe sostenere le condizioni economiche dei lavoratori, soprattutto dei giovani. È quanto ha affermato oggi il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in uno dei passaggi delle Considerazioni finali del suo ultimo mandato, in occasione della presentazione della Relazione annuale.
“Troppi, non solo tra i giovani – ha detto Visco –, non hanno un’occupazione regolare o, pur avendola, non si vedono riconosciute condizioni contrattuali adeguate; come negli altri principali Paesi, l’introduzione di un salario minimo, definito con il necessario equilibrio, può rispondere a non trascurabili esigenze di giustizia sociale”.
“Le forme contrattuali atipiche – aggiunge il governatore di Bankitalia – hanno accentuato la risposta dell’occupazione agli andamenti ciclici dell’economia e favorito in molti nuclei familiari l’aumento del numero di occupati, ancorché con salari modesti”.
“Nel 2022, con la ripresa sostenuta della domanda di lavoro, è cresciuta notevolmente la trasformazione di contratti temporanei in permanenti. In molti casi, però, il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate; la quota di giovani che dopo cinque anni ancora si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20 per cento”, ha spiegato Visco.
Parlando della contrattazione nel mercato del lavoro, il numero uno di Bankitalia ha aggiunto che “va evitato un approccio puramente retrospettivo, poiché una dinamica retributiva che replicasse quella dell'inflazione passata non potrebbe che tradursi in una vana rincorsa tra prezzi e salari. Quello che occorre per un recupero del potere d’acquisto è una crescita più sostenuta della produttività”.
Commentando la relazione di Visco, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha trovato dei “punti condivisibili”: “La questione salariale” e “provvedimenti legislativi che sostengano il salario, che vuol dire una legge sulla rappresentanza e un salario minimo”. Al termine della relazione, Landini ha dichiarato alle agenzie di stampa di trovare “condivisibile” anche la necessità di una vera riforma fiscale, che contrasti l’evasione fiscale e corrisponda ai criteri della nostra Costituzione, e il “fatto che non si possa perdere un euro del Pnrr”.
“Vedo punti importanti ma una mancanza – osserva Landini – che non si è parlato di profitti ed extraprofitti”. Secondo il segretario generale della Cgil “la relazione di oggi rafforza la necessità di riforme che vadano nella direzione di riqualificare il lavoro: basta precarietà, bisogna aumentare i salari, una vera riforma fiscale che non vada nella direzione della flat tax e una vera lotta alla precarietà. I giovani - ha concluso - devono poter avere un futuro perché usano la loro intelligenza per cambiare il Paese”.