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Non sono bastate le previste due giornate di confronto per giungere a un accordo sul rinnovo del contratto nazionale degli addetti della vigilanza privata, scaduto nel 2015 e atteso da circa 100 mila lavoratrici e lavoratori. Le associazioni datoriali non hanno ritenuto di dover presentare in questa sede una proposta concreta su cui chiudere la trattativa. Così Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs riassumono la situazione, in una nota unitaria.
Gli incontri del 12 e 13 gennaio erano stati fissati con l’intenzione di chiudere l’accordo, tanto che erano stati invitati a partecipare anche i segretari generali. Nel corso dell’incontro del 9 dicembre scorso, infatti, le segreterie generali avevano dichiarato alle associazioni datoriali la volontà di intraprendere una fase stringente e conclusiva per il rinnovo del contratto.
“Sulla base del lungo e approfondito confronto sulle materie normative – concordarono allora i sindacati – appare ineludibile l’esigenza di arrivare alla definizione dell’aumento salariale per migliaia di lavoratori e lavoratrici, che lo attendono da ben sei anni”. Anche le associazioni datoriali avevano dichiarato unanime disponibilità in tale direzione, rimarcando la necessità di avvicinare le rispettive posizioni su alcuni argomenti (mercato del lavoro, orario di lavoro) e in tal senso si impegnavano a inviare proprie proposte in merito. Tali documenti sono stati inviati tardivamente, solo un giorno prima del confronto previsto per i giorni 12 e 13 gennaio.
Sebbene le associazioni avessero inizialmente convenuto, “in queste due giornate – si legge nella nota unitaria delle parti sindacali – abbiamo dovuto prendere negativamente atto che le associazioni datoriali non hanno espresso alcuna proposta economica, attardandosi in pretestuose premesse metodologiche e in pretese di ulteriori disponibilità da parte delle organizzazioni sindacali sulle materie di interesse aziendale”.
Fermi sulle loro posizioni, i sindacati hanno altresì affermato che, da un lato, non sarà possibile accogliere ulteriori istanze di flessibilità o di modifica normativa oltre quelle già oggetto di discussione e di possibile mediazione sino a oggi. D’altro punto di vista, il salario dovrà essere adeguato in modo generale e valevole per tutti i lavoratori (guardie particolari giurate e addetti alla sicurezza) per mantenerne il potere di acquisto in relazione all’andamento inflattivo, che in questa fase sta addirittura conoscendo un’impennata su tutti i prodotti di prima necessità. Ciò anche tenuto conto di quanto convenuto in recenti rinnovi contrattuali, sottoscritti dalle medesime confederazioni datoriali cui aderiscono le Associazioni che rappresentano le imprese della vigilanza privata.
Per quanto attiene il livello salariale degli addetti ai servizi di sicurezza, dovrà prevedersi un adeguamento di valore coerente con il nuovo impianto contrattuale. Su queste basi, le associazioni datoriali hanno dichiarato la propria disponibilità, ma non hanno formulato alcuna proposta e hanno avanzato una richiesta di rinvio del negoziato per ulteriori verifiche interne.
Rimarcando nuovamente la contrarietà a tale atteggiamento, le parti sindacali "hanno invitato le controparti a presentare una proposta complessiva e definita su tutte le materie entro il 21 gennaio al fine di rendere possibile il negoziato e la sua conclusione - spiegano -. Su queste basi, le associazioni datoriali si sono impegnate in tal senso concordando di tornare al tavolo di confronto il 21 gennaio alle ore 12,00". Per le organizzazioni sindacali "il prossimo incontro rappresenterà l’ultimo tentativo utile per addivenire a un accordo, pena in caso contrario l’avvio di tutte le iniziative utili per sbloccare una vertenza vergognosa".