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Sembrava un contratto di appalto alla pari, cioè alle stesse condizioni del precedente, ma le ore delle lavoratrici sono risultate ridotte in media del 35%, con punte oltre il 50%, e di conseguenza anche i salari.
Succede a Vicenza, alle addette che si occupano delle pulizie di tre sedi dell’amministrazione provinciale: Palazzo Nievo, Santi Apostoli e la sede di Lonigo.
La Filcams vicentina ha inviato questa mattina una diffida alla Coopservice, titolare dell’appalto, ma è dalla Provincia che è partita la gara al ribasso, veicolata attraverso il sistema informatico della Consip con un invito all’ottimizzazione delle ore lavorate, raccolto poi dal gruppo cooperativo emiliano: ottimizzare significa semplicemente pulire gli stessi locali in molte meno ore, con una retribuzione molto più bassa.
“La segnalazione è arrivata da una delle nostre iscritte – racconta Arianna Salarolo, Filcams Cgil Vicenza – alle 9, alla fine del turno, le hanno detto di tornare all’una a firmare il contratto e prendere la nuova casacca, si è informata e ha e scoperto che le erano state tolte 10 ore, vale a dire che di 17 che ne aveva gliene sono rimaste sette”.
Per andare incontro alle richieste del sindacato la Coopservice ha proposto di spostare le lavoratrici in maggiore difficoltà nell’altro cantiere che ha a Vicenza, l’ospedale, al momento in affanno. Ma parliamo di addette che lavorano per lo più tra le sei e le 12 ore settimanali, a volte anche soltanto due, o addirittura 45 minuti - alla settimana, non al giorno – e che quindi hanno anche altri lavori.
“Ho lavoratrici che hanno dai quattro ai sette cantieri – spiega Salarolo – le poste dalle 10 alle 11, poi vanno a fare una banca e quindi una palestra, e poi la fabbrica alla sera, e tutto questo per portare a casa 20 ore alla settimana”.
Molte di loro non hanno la macchina, si spostano con i mezzi pubblici e combinare tutti i pezzi è faticoso e difficile. “Ho una signora che fa 12 chilometri in bicicletta per andare a fare due ore di lavoro” aggiunge la funzionaria sindacale.
È in queste vite che il sistema Consip aiuta a operare dei tagli per consentire agli enti di ridurre le spese, “un meccanismo infernale che schiaccia i più deboli” dicono alla Filcams, che chiede il ripristino del vecchio orario di lavoro e della retribuzione precedente per le sette lavoratrici colpite dalla manovra di risparmio dell’ente provinciale.