Il ridimensionamento drastico dei volumi da parte del committente Tim, sta mettendo in fortissima difficoltà la Callmat di Matera. Lunedì 4 novembre il call center di Matera ha infatti annunciato 129 esuberi nell'immediato (su 400 addetti complessivi), con aggiunta, in seguito a un ulteriore calo previsto a gennaio, di altre 100 unità e con probabilità di chiusura dell'intero sito nel corso del 2025 qualora la situazione non dovesse modificarsi.

Callmat: l’opposizione dei sindacati

“La direzione aziendale ha inoltre comunicato di non voler procedere all'attivazione di alcun ammortizzatore sociale ma di voler dar seguito alla procedura collettiva di licenziamento”, spiegano Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc della Basilicata: “Una situazione che, se dovesse confermarsi, sarebbe per il nostro territorio un colpo durissimo”.

I sindacati evidenziano che tutto ciò avviene mentre “a livello nazionale sembrerebbe che il management di Tim stia lavorando a una possibile incentivazione per 350 dirigenti in uscita per circa 20 milioni di euro. Noi non ci stiamo. Come già in passato, non abbiamo accettato e mai accetteremo che la Basilicata possa essere espropriata di un presidio produttivo tanto importante”.

Le quattro sigle spiegano di “respingere al mittente” i licenziamenti e chiedono “all'azienda di attivarsi responsabilmente per un piano di ammortizzatori sociali che consenta di gestire la situazione a alla Regione di intervenire subito convocando le parti, incluso il committente Tim, per chiarire le proprie ingiustificabili decisioni”.

Al governo infine, Slc, Fistel, Uilcom e Ugl chiedono di convocare immediatamente il tavolo di settore già richiesto dalle segreterie nazionali. E così concludono: “Agiremo con iniziative di mobilitazione immediata e continuativa a sostegno della lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di CallMat”.