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Il blitz è scattato praticamente a notte fonda con la partenza dalla sede della Cgil di via Longhin in un autobus messo a disposizione dalla Filt Cgil Padova. A essere presenti circa una trentina di lavoratori di LGT Italia, 22 con un contratto a tempo indeterminato, gli altri a tempo determinato, impegnati in una strenua lotta a difesa dei propri diritti e della propria dignità. Ad accompagnarli, Matteo Cesaretto della Filt Cgil Padova, uno dei delegati che insieme al segretario generale della categoria, Massimo Cognolatto, ha seguito fin da subito, vale a dire da inizio 2024, il loro caso che poi è improvvisamente degenerato a fine dicembre quando circa 40 lavoratori hanno appreso che con la fine dell’anno si sarebbe chiuso l’appalto di LGT Italia come distributrice dei pezzi di ricambio auto per conto di Ricauto, affiliata al Gruppo francese Autodis, e che quindi avrebbero perso il loro posto di lavoro.
L’8 gennaio arriva la lettera di trasferimento da Padova a Milano per 22 lavoratori
Scatta quindi un percorso di lotta con scioperi e presidi, prima e dopo Natale, che però non smuovono né LGT Italia, né i committenti, ossia Ricauto e il gruppo francese Autodis con cui LGT Italia continua a lavorare nei magazzini di Modena e Brescia, dalla decisione di chiudere l’appalto con tanti saluti ai lavoratori che avevano osato alzare la testa e reclamare il rispetto dei propri diritti. L’8 gennaio, l’ultimo capitolo della loro odissea: a 22 di loro arriva una lettera con la comunicazione del loro trasferimento nella sede di Pero, in provincia di Milano.
“Si è trattata – dice Matteo Cesaretto della Filt Cgil Padova – di una comunicazione piuttosto generica che abbiamo subito valutato come pretestuosa, al fine di dare a LGT Italia una scusa di addossare ai lavoratori le cause del licenziamento qualora non si fossero presentati, cosa che l’azienda dava per certa. Un vero e proprio gesto da maramaldi, così da infierire ulteriormente ai lavoratori un ulteriore colpo, ossia la perdita dei diritti di disoccupazione, cioè la Naspi. E così abbiamo deciso di andare a vedere il loro gioco, abbiamo noleggiato un autobus e, partendo alle 4 e mezza del mattino, siamo arrivati alla volta di Pero, nell’hinterland milanese, e puntuali i lavoratori si sono presentati al magazzino”.
Matteo Cesaretto, Filt Cgil Padova: “Quando in azienda a Pero hanno visto arrivare i lavoratori non hanno potuto far altro che ammettere che non c’era lavoro”
“Il preposto aziendale quando ha visto i lavoratori è rimasto chiaramente sorpreso e non ha potuto che far altro che dire che, sostanzialmente, di lavoro non ce n’era. A quel punto ho scritto una lettera, firmata da tutti i lavoratori presenti, dove spiegavo quanto accaduto e cioè che i lavoratori, come da comunicazione pervenuta, si erano presentati al lavoro ma che vista la situazione di impreparazione del magazzino non han potuto fare altro che tornare a casa. Abbiamo provato a consegnarla al preposto aziendale che si è rifiutato di riceverla. Poco male, l’abbiamo lasciata nella cassetta delle lettere e spedita via PEC. A quel punto, a conclusione della trasferta, siamo anche passati davanti alla sede di LGT Italia a Brescia dove abbiamo incontrato i nostri colleghi della Filt Cgil di Brescia e fatto una conferenza stampa con alcuni media locali. Vale la pena raccontare che appena siamo arrivati, l’azienda ha immediatamente fatto scattare e chiudere i cancelli”.
“Quanto accaduto ieri – attacca l’esponente sindacale – è solo l’ultimo capitolo di una vicenda che parte da lontano e che ha similitudine con molte realtà che sottotraccia insistono nel mondo del lavoro italiano. Tutto ha origine quando ancora i lavoratori operavano in un subappalto – illecito – per conto di Transport srl. A ottobre LGT Italia estromette Transport prendendo il controllo direttivo del servizio a Padova, su cui già esercitava una forte ingerenza. Il lavoro è da sempre effettuato in esclusiva per Ricauto del gruppo Autodis”.
“Con questa operazione, da noi pretesa e che doveva essere un esame di maturità per LGT, l’azienda – continua Cesaretto – si è assunta le responsabilità su tutto quello che i lavoratori avevano maturato negli anni precedenti legato, fra le altre cose, al mancato rispetto delle norme del loro contratto nazionale – per esempio non gli venivano applicate le maggiorazioni per il lavoro notturno e le trasferte –. Si tratta di una somma considerevole che supera i trecentomila euro a cui vanno aggiunte pendenze di fine rapporto e Tfr. Ma a far quadrare il cerchio doveva essere la committenza che doveva offrire il tempo tecnico per gestire la crisi e sanare le pendenze prorogando per poco l’affidamento. Così non è stato”.
“Soggetti che per anni hanno ‘collaborato’ assieme improvvisamente hanno iniziato a diffidare l’uno dell’altro: convinti che alla fine si poteva scaricare nell’anello più basso. Credo sia venuto il tempo della maturità. Ognuno faccia la propria parte. Da parte nostra non ci fermeremo e siamo pronti a risalire fino in fondo la catena delle responsabilità”.
Filt Cgil Padova: “Dai lavoratori una lezione di unità, dignità e coraggio”
“Resta – conclude Cesaretto – la lezione di dignità e coraggio data da questi lavoratori. E soprattutto di unità, malgrado sia un gruppo intergenerazionale composto da persone provenienti da mezzo mondo che però spesso si parlano tra loro in dialetto padovano. E che una cosa hanno però compreso molto bene e cioè che non bisogna avere paura: il bue va preso per le corna. E con l’azione di ieri lo hanno dimostrato con i fatti”.