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A Verrès in Valle d’Aosta arriva Teksid, società del gruppo Fiat (ora Stellantis), leader mondiale nella produzione di ghisa e alluminio per il settore automotive. È presente in Europa, Nord e Sud America e Asia. Teksid subentra all’americana Shiloh in uno stabilimento che in più di 20 anni ha cambiato tre denominazioni e di conseguenza proprietà (Meridian, poi Brabant Alucast, Shiloh e ora Teksid). L’acquisizione crea sicuramente ottimismo in Valle d’Aosta, in particolare in Bassa Valle (da Pont-Saint-Martin a Châtillon, nda) zona ricca di insediamenti industriali, ma purtroppo martoriata negli anni da chiusure “eccellenti” (Olivetti Jet, Lavazza, Feletti, Elca, etc...).
L’americana Shiloh nell’autunno del 2019 (quando ancora non c’era neppure il sentore della pandemia) aveva messo sul “piatto” 70 licenziamenti su 163 dipendenti. Dopo lunghe trattative si è arrivati a dodici. Logicamente i sindacati e la Fiom in prima linea non possono ritenersi soddisfatti: “perché si parla di 12 persone intorno a cui ruotano delle famiglie. Questi lavoratori dall’8 luglio resteranno senza un posto di lavoro”, dice Fabrizio Graziola, segretario generale Fiom Cgil Valle d’Aosta.
L’arrivo di Teksid fa ben sperare, ma i sindacati mantengono un atteggiamento prudenziale, come sostiene Graziola: “Certo che il fatto che a subentrare sia il Gruppo Fiat (Stellantis) ci fa essere prudenzialmente ottimisti - sottolinea Graziola -, rispetto a quello che veniva definito un colosso dell’industria produttrice della componentistica per auto (in realtà poi nei fatti non è stato così e il riferimento per niente velato è alla Shiloh). Vogliamo partire dal presupposto che con l’entrata del gruppo Fiat (Stellantis) le commesse potrebbero aumentare e vogliamo crederci, perché nella nostra regione, come nel resto del Paese, c'è necessità di ripartire. Ripartire dal lavoro non può che vederci soddisfatti, ma sicuramente continueremo a monitorare per salvaguardare i diritti dei lavoratori. Se da una parte siamo riusciti a scongiurare 70 licenziamenti, ci sono comunque 12 persone che perderanno dall’8 luglio il posto di lavoro, e questo non può che essere un rammarico perché comunque intorno ai dodici licenziamenti ruotano delle famiglie. La multinazionale americana Shiloh annaspava ormai da anni con cali della produzione (e quindi del fatturato) vertiginosi. La Fiom, anche gli altri sindacati, hanno evitato il bagno di sangue”.
Precisa Graziola: “È stato impossibile arrivare a zero licenziamenti, perché nella proposta di acquisizione della Teksid è stato messo nero su bianco che la società necessita di 102 persone, altrimenti niente acquisto . L’auspicio ora è che Teksid applichi il contratto nazionale dei metalmeccanici, che offre sicuramente più tutele e salvaguardia ai lavoratori rispetto a quello aziendale (Stellantis). Da parte nostra auspichiamo che rispetto alla precedente proprietà ci sia un confronto costruttivo e trasparente sin da subito e non scoprire che la nave sta per affondare una volta appurato che i topi si apprestano a scappare”, conclude il segretario dei metalmeccanici della Cgil Valle d’Aosta.