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Non si ferma il declino dell’appalto delle Utenze Non Domestiche di Ama Spa, affidato ad alcune società private (AVR Spa, Sarim srl, Roma Multiservizi Spa, Sea srl e Isam srl). Dai primi mesi dell’anno le difficoltà: il ritardo nel pagamento degli stipendi e i primi licenziamenti, il mancato rispetto del contratto, lo spostamento di personale da attività di igiene urbana a commesse scolastiche.
Una serie di inadeguatezze gestionali e di ricadute sul personale che hanno causato disservizi ancor prima che si arrivasse all’emergenza di poche settimane fa.
“Ora, in un momento in cui, con l’avvio della cabina di regia, si sta faticosamente tenendo sotto controllo il servizio di raccolta e smaltimento - dichiarano Natale di Cola, Marino Masucci e Massimo Cicco, segretari generali di Fp Cgil, Fit-Cisl e Fiadel di Roma e Lazio - pur sapendo che se non sarà sciolto il nodo impianti, l’emergenza si potrebbe ripresentare già a settembre, le aziende che hanno in appalto la raccolta delle utenze non domestiche (ovvero negozi, mercati, bar, ristoranti, scuole) continuano a tagliare su personale e ore di lavoro, fino a non rinnovare i contratti a tempo determinato e rilanciare le procedure di licenziamento collettivo. Un paradosso".
“È evidente che – proseguono Di Cola, Masucci e Cicco - sottraendo ore di lavoro e mezzi operativi per lo svolgimento delle attività, nonché licenziando personale, il carico di lavoro torna sulle spalle degli operatori dell’azienda, con tutto ciò che ne consegue. Si inficia così il buon andamento dell’intero servizio di raccolta, su cui gravano le carenze di personale e soluzioni strutturali e impiantistiche per rendere l’azienda autosufficiente e in grado di ripartire. Vanno tutelati i lavoratori e le lavoratrici coinvolti, così come va inquadrato il problema nell’intera gestione di Ama. È un appalto gestito male dall’inizio, che non si riesce a risolvere. Finora è mancato un governo, è necessario che Amministrazione e Ama intervengano, richiamando le aziende agli obblighi contrattuali e impedendo alle società una libertà di esercizio che non fa che ricadere direttamente sui livelli occupazionali, sulle condizioni di lavoro e sulla tenuta del servizio. Come sempre siamo al fianco dei lavoratori, pronti a tornare in piazza per tutelare posti di lavoro e diritti”.