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Le recenti mobilitazioni presso il centro di distribuzione Amazon di Vigonza dimostrano inequivocabilmente come il mondo della logistica sia attraversato da stravolgimenti epocali. Cambiamenti che, ancor prima di essere metabolizzati dai soggetti titolati a gestirne le ricadute, si manifestano nella loro virulenza tra i lavoratori e la società. L'e-commerce rappresenta l’ultima e la più aspra frontiera del mondo del lavoro. Qualcuno potrebbe chiamarla modernità. Una frontiera che tende a spostare l’asticella in avanti verso lidi sempre più effimeri e all’interno dei quali il lavoratore assume la funzione di fornitore di servizi ancor prima di essere depositario di diritti.
"Il piano - spiega il sindacato - si concretizza nell’avere la più ampia 'flessibilità' possibile. Flessibilità (leggasi precarietà) in termini di stabilizzazione del rapporto di lavoro (il rapporto tra personale dipendente a tempo indeterminato e a tempo determinato-somministrato, sempre più a vantaggio del secondo), disponibilità a spostarsi da una sede operativa all’altra in un perimetro sempre più largo (la vertenza Amazon comprende un minacciato trasferimento di 160 drivers da Vigonza ad altre sedi), condizioni di lavoro tarate esclusivamente su dinamiche prettamente organizzative - aziendali (il dominio della tecne e dei suoi algoritmi). All’interno di questo orizzonte tutti gli operatori del settore stanno cercando di trovare la loro collocazione sul mercato, che molto dipende dalle quote possedute e dai servizi assicurati".
“Dei giorni scorsi – dichiara Romeo Barutta, della segreteria Filt Cgil Veneto - è la notizia che Ups sta avviando un piano di redistribuzione dei volumi sul territorio Veneto. Tradotto: da qui a un mese la società americana si prefigge di trasferire il 50% degli attuali drivers impiegati su Vicenza tramite società in appalto con destinazione Padova, dove sarà allestita una nuova filiale e una porzione di hub. Mascherandosi dietro l‘intenzione di “preservare le professionalità acquisite”, il committente ancora una volta “comanda” ai suoi fornitori di adeguarsi ai suoi progetti industriali, adoperandosi affinché il personale transiti da una parte all’altra: senza discussione e senza compenso. Gratis".
"É evidente come tale operazione avrà ripercussioni enormi sulle condizioni lavorative della filiale di Vicenza. Quanti dei lavoratori attualmente assunti a Vicenza avranno la capacità di sostenere un siffatto trasferimento? A quali condizioni? Qualora i lavoratori non accettassero il trasferimento, abbiamo la presunzione di pensare che Ups non abbia i numeri per assorbire l’esubero, pertanto potrebbero essere almeno un centinaio i potenziali posti di lavoro messi in discussione. Tutto questo è inaudito e inaccettabile! Può l’opportunità di nuovo lavoro generata dall’e-commece finire per tradursi in una slavina che travolge le vite di chi quel lavoro aveva e svolgeva diligentemente?," rileva ancora il dirigente sindacale.
I lavoratori e i rappresentanti sindacali della filiale di Vicenza hanno il merito di essere stati in prima linea nel presidio e nella difesa dei diritti, mantenendo la barra dritta anche nella corretta applicazione dell’orario contrattuale. Non abbiamo abbassato la guardia ieri, non lo faremo oggi! La vertenza Amazon ci insegna che solo con l’unità di tutti i lavoratori del settore si possono trovare risposte valide per tutti. Chiediamo con urgenza – conclude il sindacalista - la convocazione di un tavolo che coinvolga committenti e fornitori per comprendere appieno i contorni della vicenda. Siamo convinti che la strada a Vicenza, a Padova come in tutto il Veneto e altrove debba passare per l’internalizzazione del personale in capo alle società committenti, affinché queste si emancipino una volta per tutte da una gestione provinciale e opportunistica dei servizi che offrono e soprattutto del rapporto con i loro dipendenti. Basta con gli appalti eterodiretti che nascono, muoiono, si trasferiscono per volontà dei loro committenti. La via del Futuro è quella dei diritti”, conclude il sindacalista.