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138 licenziamenti collettivi per esternalizzare il servizio e naturalmente risparmiare. Succede in Ups, in Lombardia, dove quelle 138 persone corrispondono al 25 per cento della forza lavoro dei depositi milanesi. Impiegati che per anni hanno consentito all’azienda americana di trasporto di pacchi e spedizioni con sede ad Atlanta, in Georgia, di fare affari e che oggi ricevono il benservito, nonostante la società non sia per niente in sofferenza. Anzi. Come dichiara la stessa spa in toni trionfalistici, il 1° febbraio ha raggiunto un fatturato consolidato del quarto trimestre 2021 di 27,8 miliardi di dollari, in aumento dell'11,5 per cento rispetto al quarto trimestre del 2020. E prevede di raggiungere i suoi obiettivi consolidati di fatturato e margine operativo per il 2023 con un anno di anticipo.
In piena pandemia Ups ha generato un fatturato eccezionale, accumulando un patrimonio netto di 85 milioni di euro dopo aver trasferito nel 2019 altri 65 milioni. “Temiamo che questi licenziamenti siano solo l’inizio di un percorso a cui ci opponiamo fin da subito - afferma Danilo Morini della Filt Cgil -. Per questo ieri abbiamo tenuto tre assemblee nazionali, con oltre 270 collegamenti nella prima, più di 100 nella seconda e 50 in quella nel tardo pomeriggio. Ne seguiranno altre. Si tratta dei primi appuntamenti coi lavoratori e le lavoratrici Ups per capire, discutere e costruire un’opposizione efficace contro le esternalizzazioni di oggi ma anche quelle di domani”.
La Filt nazionale, Lombardia e Milano, e le Rsa dell’azienda, Antonio Forlano e Beppe Previtali, sono impegnate per dare informazioni, coinvolgere il personale, contrastare i licenziamenti e trovare soluzioni e prospettive positive per i lavoratori a cui è rivolta la procedura. “Come sindacato abbiamo fatto una scelta precisa di politica contrattuale – prosegue Morini -: la riunificazione della filiera, superando le differenze del passato tra magazzinieri, autisti e impiegati. Anche in questo caso ci apprestiamo a lottare insieme, a prescindere dalla dipendenza, per una battaglia unica a difesa dell'occupazione e delle persone che lavorano”. Il rischio che si intravvede è che Ups possa esternalizzare tutti i servizi e trasformare l’Italia in una semplice piattaforma logistica. L’obiettivo del sindacato invece va nella direzione opposta: far rimanere o ritornare all’interno tutti i processi e i servizi, per garantire la qualità del lavoro e del servizio.