“Il rispetto dei diritti e una corretta gestione delle relazioni industriali sono aspetti fondamentali che riguardano la sostenibilità sociale e la reputazione del gruppo Unipol”. A ribadirlo sono le organizzazioni sindacali Fisac Cgil, First Cisl, Fna, Snfia e Uilca alla vigilia dell’assemblea degli azionisti del gruppo. Lo spunto è la risposta offerta a una delle domande pervenute dagli azionisti relativa agli attacchi al personale rivolti dal presidente di UnipolSai Assicurazioni, Carlo Cimbri.

I sindacati spiegano che in previsione dell’Assemblea Unipol del 29 aprile un’azionista ha esercitato il proprio diritto di parola anticipando questa domanda, che è stata pubblicata come prevede la normativa: “Dott. Cimbri, Lei pensa di lavorare di più dei lavoratori di Unipol? Di sicuro guadagna di più, motivo per cui dovrebbe anche evitare di attaccare il personale, che ha fatto una richiesta divenuta più che legittima fin dal periodo del Covid. Non le sembra d’essere rimasto indietro facendo ragionamenti anacronistici?”. Cimbri ha quindi risposto: “La domanda non è pertinente all’ordine del giorno dell’adunanza assembleare.”

“Una risposta emblematica che ben rappresenta l’approccio aziendale nei confronti della critica e del confronto – si legge nel comunicato dei sindacati -. Da parte nostra, riteniamo invece più che pertinente la domanda rivolta al presidente, perché le condizioni di lavoro non sono privilegi ma costituiscono la base concreta dei risultati economici, un tema centrale della vita aziendale.

Chi guida un’impresa dovrebbe accrescere la propria consapevolezza nel sapere riconoscere il valore del lavoro, evitando atteggiamenti anacronistici e chiusure ideologiche, dovrebbe favorire il dialogo con il sindacato nelle sedi opportune anziché mortificarlo a mezzo stampa, svuotando di fatto anche il ruolo degli intermediari aziendali preposti, privi di alcun potere discrezionale”.

Fisac Cgil, First Cisl, Fna, Snfia e Uilca rivendicano un dialogo costruttivo attraverso una reale contrattazione aziendale, fondata sul rispetto reciproco, volta a costruire un’organizzazione del lavoro moderna e rispondente alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, attenta al contempo alle sfide della produttività e della competitività.

"A fronte degli utili da record incassati proseguono -, ricercare migliori condizioni lavorative deve rappresentare un valore centrale soprattutto per un’azienda con radici cooperative come la nostra: perché Il legame con il territorio, con i soci e con i lavoratori è parte integrante del movimento cooperativo e non può essere sfruttato solo come marketing, sacrificato in nome di logiche puramente finanziarie”.

Quindi ribadiscono che il rispetto dei diritti e una corretta gestione delle relazioni industriali non sono temi secondari: sono aspetti fondamentali che riguardano la sostenibilità sociale e la reputazione del gruppo. Affermano che è tempo che anche l’Assemblea dei soci prenda atto dello stato in cui versano le relazioni industriali all’interno del Gruppo Unipol: “Esiste una responsabilità indiretta degli azionisti rispetto alle politiche aziendali fin qui adottate, caratterizzate da una gestione verticistica, autoreferenziale, che mortifica il dialogo e disconosce il ruolo fondamentale delle rappresentanze dei lavoratori”.

“Chi investe in Unipol – concludono -, ha il diritto e il dovere di sapere come i vertici del gruppo siano poco attenti alle reali esigenze e alle effettive sensibilità dei propri collaboratori; perché non è più possibile rimanere indifferenti rispetto a modelli gestionali distanti dai principi di equità e coesione sociale, tanto declamati”.