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Il governo aumenta la dotazione finanziaria del Fondo vittime di gravi infortuni sul lavoro, ma al tempo stesso diminuisce gli importi delle “una tantum” in favore dei superstiti. Lo denuncia l’Inca Cgil, che sottolinea: “All’incremento di un milione di euro del fondo istituito nel 2007 per aiutare le famiglie, messo nero su bianco nella legge di bilancio 2019 (comma 435), il ministero del Lavoro ha fatto seguire una riduzione significativa delle prestazioni dovute ai superstiti, nonostante l’aumento dei morti sul lavoro che sono passati da 1.029 del 2017 a 1.133 del 2018, con un +10,1% (fonte Inail)”.
Infatti, il decreto ministeriale, pubblicato sul sito istituzionale il 14 maggio, che porta la data del 25 gennaio 2019, con tanto di firma del vicepremier Luigi di Maio, nell’adeguare gli importi una tantum per gli eventi mortali avvenuti nel 2018, ha tagliato drasticamente i sostegni economici fissandoli in: 3.000 euro, per un solo superstite (con una diminuzione di 700 euro, rispetto allo scorso anno); 6.000 euro, se i superstiti sono due (1.400 euro in meno rispetto al 2017); 9.000 euro, se gli aventi diritto sono tre (con una riduzione di 2.100 euro). Per i nuclei familiari più numerosi, il taglio è addirittura di oltre 4.000 euro, passato da 17.200 del 2017 a 13.000 euro.
“Una sforbiciata che mal si concilia con l’andamento crescente del gravissimo fenomeno delle morti su lavoro, ma soprattutto con l’aumento del Fondo, stanziato in legge di Bilancio, da cui ci si sarebbe aspettato un adeguamento conseguente delle prestazioni in favore dei familiari delle vittime del lavoro – commenta Silvino Candeloro, del collegio di presidenza Inca –. Un atteggiamento contraddittorio che rivela ancora una volta l’incapacità del governo del “cambiamento” di mettere a segno delle misure concrete a favore del mondo del lavoro”.
“Basti pensare – aggiunge Candeloro – che nella stessa legge di bilancio sono stati ridotti i premi assicurativi per le aziende; sono state tagliate altresì le risorse per la prevenzione e adesso assistiamo a una riduzione degli indennizzi per i superstiti di lavoratori morti in occasione di lavoro che, se volessimo essere coerenti, non dovrebbero sottostare a un meccanismo perverso come avviene oggi: gli indennizzi si riducono con l’incremento del numero dei morti”.
“In una società giusta e civile – conclude il patronato –, dovrebbe, invece, affermarsi il principio in base al quale di fronte a un aumento del numero dei morti (che nessuno auspica) si dovrebbe provvedere con un incremento di risorse da destinare ai superstiti”.