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La Flai Cgil di Foggia ha avviato una raccolta fondi per il rimpatrio della salma di Ibrahim Sowe, il migrante morto a Borgo Mezzanone per le esalazioni di monossido di carbonio. Dopo la tragedia nel ghetto, in cui si continua a morire, i lavoratori e il sindacato ritengono che la vittima abbia diritto a una giusta sepoltura.
"Sowe Ibrahim era un giovane gambiano che viveva da alcuni anni nel ghetto di Borgo Mezzanone, in Capitanata - si legge nel testo -. Lavorava nelle nostre terre come bracciante agricolo, ma per lo Stato italiano era un invisibile. Come tanti, ha raggiunto le coste italiane con un barcone, per poi raggiungere Foggia".
Dopo l'ennesimo rigetto da parte della Questura, era finalmente riuscito a ottenere un appuntamento per il rilascio di un permesso di soggiorno per protezione speciale. "Purtroppo, qualcosa ha interrotto il suo sogno di avere un documento. Nella notte tra il 22 e il 23 gennaio, insieme a una ragazza anche essa gambiana, si sono addormentati nella casetta di Borgo Mezzanone, ma la temperatura quella sera era molto fredda, e i ragazzi decisero di accendere un braciere per riscaldarsi, ma purtroppo si sono addormentati, e nel sonno sono stati soffocati dal monossido di carbonio".
Ora Ibrahim deve rientrare in Gambia. "I genitori e i suoi fratelli lo aspettano - conclude il testo -. I costi del rimpatrio non sono sostenibili per la famiglia, per questo abbiamo deciso insieme agli amici che vivono nel ghetto e ai compagni di lavoro, di provare ad avviare una raccolta fondi per sostenere il rientro in Gambia".