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Un intervento immediato per dare certezza e continuità lavorativa agli oltre 100 mila lavoratori in somministrazione. A chiederlo sono Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp nazionali, lanciando l’allarme per le decine di migliaia di ex interinali che per una recente norma di legge vedono a forte rischio il proprio posto di lavoro. Per denunciare la situazione, chiedendo nel contempo una radicale revisione del provvedimento, hanno anche indetto per giovedì 23 settembre un presidio a Roma, presso la sede del ministero del Lavoro.
Per effetto del cosiddetto “decreto agosto 2020” (convertito nella legge 126 nell’ottobre seguente) è stata introdotta una norma che, a seguito della sua interpretazione testuale, determina una durata massima di 24 mesi per i lavoratori somministrati assunti a tempo indeterminato dalle Agenzie per il lavoro, ma con missione a termine nelle aziende. “Tale norma, se non modificata, potrebbe comportare entro il prossimo 31 dicembre – spiegano i sindacati – la cessazione delle missioni di 100 mila lavoratrici e lavoratori, impedendo inoltre la continuità occupazionale anche per gli oltre 350 mila assunti con contratto di lavoro in somministrazione a tempo determinato”.
Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp nazionali evidenziano che “la previsione normativa smentisce anche le circolari del ministero del Lavoro precedenti che, correttamente, non prevedevano limiti temporali alla somministrazione a tempo indeterminato”. La legge, dunque, incentiva di fatto “il turn over selvaggio su persone che da anni lavorano, non prevedendo in alcun modo obblighi di stabilizzazione da parte delle imprese e di continuità occupazionale”. I sindacati, infine, rimarcano come “le ripetute iniziative effettuate, attraverso la presentazione di possibili emendamenti al testo di legge e richieste di interlocuzione ministeriale, sono rimaste finora inascoltate”.
A denunciare il “gravissimo” silenzio delle istituzioni è il segretario nazionale del Nidil Cgil Davide Franceschin. “Senza un intervento normativo di correzione, entro la fine dell’anno oltre 100 mila persone perderanno il lavoro”, spiega l’esponente sindacale: “Un epilogo inaccettabile, soprattutto in una fase di ripresa economica e dopo mesi di sacrifici durante la pandemia. A lavoratrici e lavoratori, già precari, si nega per legge la possibilità di continuare a operare e si alimenta il ricorso al turn over selvaggio. Ci batteremo contro quest’ulteriore precarizzazione del mercato del lavoro, mentre in questo periodo storico sarebbero necessari stabilizzazioni e rinnovi dei contratti a termine”.