Poche ore dopo la firma dell'accordo Alitalia a palazzo Chigi da parte di quasi tutte le organizzazioni rappresentative, centinaia di migliaia di lavoratori e pensionati hanno raccolto l'invito della Cgil a manifestare contro la politica economica e sociale del governo e contro le assurde riforme dell'istruzione e del welfare. Una giornata riuscita: molta gente ha capito le ragioni di una protesta che dopo molti anni ha visto in piazza soltanto la confederazione guidata da Guglielmo Epifani. Non è stata però una iniziativa per affermare una "separatezza", ma anzi gli oratori e molti manifestanti intervistati da Rassegna.it e da radio articolo 1 hanno tenuto ad esprimere la speranza che le prossime iniziative, a cominciare dallo sciopero generale della scuola contro la riforma Gelmini, siano organizzate unitariamente. L'unità è infatti un bene prezioso che tutti i dirigenti della Cgil hanno difeso da ogni strumentalizzazione. Ma certo il tentativo di alcuni di delegittimare la Cgil e personalmente il suo leader non poteva passare sotto silenzio.

"Qualcuno mi dovrà chiedere scusa su Alitalia", ha esclamato da palco di Piazza Farnese Epifani. E certamente l'accordo definitivo della scorsa notte è un successo della linea determinata ma costruttiva della Cgil. Una linea che difende la democrazia sindacale e i diritti contrattuali dei lavoratori, senza sottrarsi, anzi rivendicando il negoziato, il confronto con tutti gli interlocutori, governo o imprenditori che siano. Per questo la trattativa sulla contrattazione con la Confindustria, ma anche i contratti del pubblico impiego, la stessa riforma della scuola non possono avvenire imponendo soluzioni preconfezionate (come governo e imprenditori vorrebbero) ma attraverso un dialogo sociale sul merito delle scelte che i poteri tentano di impedire. L'autoritarismo nelle relazioni sindacali, oltre a non risolvere i problemi, contrasta con il ruolo del sindacato fissato dalla Costituzione italiana. E la Cgil questo ruolo lo rivendica con forza nella speranza di trovare al proprio fianco tutte le organizzazioni dei lavoratori e dei pensionati.