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Dopo oltre 12 anni dalla strage della Umbria Olii - nella quale il 25 novembre 2006, a seguito di una terribile esplosione, persero la vita quattro lavoratori - il titolare dell'azienda di Campello sul Clitunno (Pg), Giorgio Del Papa, entra in prigione. Arrestato e accompagnato nel carcere di Maiano (Spoleto) dove dovrà scontare 4 anni, 9 mesi e 15 giorni di reclusione per omicidio colposo plurimo.
Le vittime dell'incidente - Giuseppe Coletti, Vladimir Todhe, Tullio Mottini e Maurizio Manili, tre operai e un piccolo imprenditore di una ditta in appalto - quel giorno, nonostante fosse sabato, stavano ultimando dei lavori di saldatura sui giganteschi silos dell’azienda di Campello, una delle realtà più importanti a livello europeo nella raffinazione di olii vegetali. Il serbatoio numero 95 saltò in aria spazzando via le vite dei quattro operai. Conteneva esano, un gas altamente esplosivo, del quale i lavoratori ignoravano la presenza. Per spegnere l'incendio i mezzi speciali dei vigili del fuoco arrivati da tutta Italia impiegarono giorni.
Ma la tragedia di Campello si è distinta dalle tante altre storie di morte sul lavoro per quello che è successo dopo l’esplosione. Ovvero per l'incredibile richiesta di risarcimento che il titolare della Umbria Olii, Giorgio Del Papa, avanzò proprio nei confronti delle vittime (e quindi dei loro eredi): 35 milioni di euro.
Queste le parole di Lorena Coletti, sorella di Giuseppe, una delle vittime, rilasciate a Umbria24 dopo la notizia dell'arresto di Del Papa: "Giustizia è fatta, anche se in ritardo, ma come si dice, meglio tardi che mai. Credo che se non ci fosse stato neanche questo, mi sarei sentita umiliata dallo Stato".
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