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L'articolo che pubblichiamo di seguito è uscito sul numero di agosto di #Magazine, la rivista della Filcams Cgil realizzata in collaborazione con Collettiva
Uno dei temi caldi di questa “estate Covid” è il rientro a scuola a settembre. La data è decisa: sarà il 14 settembre, il come è ancora in discussione. Si alternano ipotesi e soluzioni: dalla modalità di entrata, all’orario scolastico più o meno lungo; dalla disposizione in classe, fino alla gestione degli spazi con la diminuzione degli alunni e l’acquisto di banchi singoli con rotelle. E mentre l’Italia va in vacanza e si accalca sulle spiagge senza distanziamento, i giovani riempiono le discoteche, anche se solo quelle all’aperto, il Governo non riesce ancora a trovare una soluzione per dare un futuro certo all’educazione degli 8 milioni di alunni e studenti, e a chi nella scuola ci lavora. Numeri importanti per l’occupazione: oltre 60 mila gli addetti delle mense e pulizie scolastiche in Italia, più di 200mila i lavoratori Ata e quasi 1 milione tra insegnanti ed educatori di asilo nido. Un problema non solo Italiano, certo, visto che l’emergenza Covid, secondo i dati Unesco, il 28 marzo 2020, lasciava a casa il 90% degli scolari e studenti del mondo: 184 Paesi avevano chiuso le porte e lasciato fuori più di un miliardo e mezzo di bambini e ragazzi di tutto il pianeta. Oggi l’istruzione in presenza è ripresa in 77 Paesi, mentre molti sono in pausa estiva.
In Europa tante situazioni diverse, la Svezia non ha mai chiuso, mentre in primavera avevano riaperto le aule la Danimarca, i Paesi Bassi, Germania, la Finlandia, il Belgio e l’Austria, con diverse misure precauzionali: classi dimezzate per distanziare gli alunni; oppure con lo stesso numero di alunni, ma senza farli incontrare all’intervallo, o con turnazioni per evitare di far incontrare troppi ragazzi. In nessuno di questi Paesi i contagi sono cresciuti. In Italia, con tutte le dovute cautele sanitarie, bambini, alunni insegnanti, tutto il personale diretto e in appalto delle scuole e dei servizi educativi all’infanzia, devono avere la possibilità di rientrare a scuola, a settembre. La didattica a distanza, indispensabile durante l’emergenza sanitaria, ha creato molte difficoltà e disparità. Tanti bambini e ragazzi sono riamasti esclusi, anche a causa della mancanza di dispostivi tecnologici e supporti adeguati; i lavoratori degli appalti delle mense e pulizie sono rimasti a casa senza un sostegno economico sufficiente e con i notevoli ritardi nell’erogazione degli ammortizzatori sociali la situazione è diventata oltremodo drammatica.
È per questo che tre categorie della Cgil, Flc, Fp e Filcams, insieme, hanno organizzato la manifestazione del 31 luglio scorso davanti al Ministero dell’Istruzione, per chiedere un incontro congiunto e affrontare alcune tematiche specifiche legate alla ripartenza della scuola. Preoccupa, in particolare, il futuro degli addetti delle mense e delle pulizie e sanificazioni scolastiche, “un servizio indispensabile per tutto il sistema scolastico perché riconosciuto parte integrante della proposta formativa” come afferma Cinzia Bernardini, segretaria nazionale della Filcams Cgil, “in caso di non riapertura, di orario ridotto senza pasto o con il pasto portato da casa potrebbe configurarsi un’emergenza sociale” prosegue Bernardini. Senza lavoro da marzo, con gli ammortizzatori sociali ancora non arrivati, almeno per i lavoratori che non hanno ricevuto l’anticipo da parte delle aziende - sono in molti ad avere difficoltà economiche, come racconta Sabrina intervistata alla manifestazione - molto partecipata - del 31 luglio:
“Non sappiamo ancora se torneremo al lavoro a settembre e andare avanti così è diventato davvero difficile. Abbiamo grosse difficoltà economiche, molte di noi non sanno come pagare le bollette. Tutte di nuovo in piazza, allora, nonostante il caldo tor - rido: “Vogliamo delle certezze, vogliamo essere sicure che le mense riapriranno a settembre e noi potremo riprendere il nostro lavoro per tornare ad avere un’entrata economica che ci permetta di vivere dignitosamente.”
Non è sicuramente un momento facile, l’emergenza sanitaria non è passata e lo spettro di un possibile ritorno invasivo del virus fa paura, ma ci vogliono scelte coraggiose: per la Filcams Cgil ci vuole un’assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni per non lasciare soli presidi, insegnanti e tutti i lavoratori del comparto scuola compresi gli addetti degli appalti delle mense e delle pulizie e sanificazione.