L’ultima notizia di una morte sul lavoro in Italia arriva oggi, 12 settembre, dalla provincia di Lecce. Si tratta di Domenico Miglietta, 58 anni, titolare di una ditta di infissi e cancelli, che ha perso la vita dopo essere precipitato da un’altezza di 8 metri mentre stava effettuando un sopralluogo sul tetto di un capannone.

L’uomo stava lavorando in un capannone nella zona industriale a Trepuzzi, nel Salento. Il lucernario sul quale si trovava ha ceduto. Sul posto i vigili del fuoco e il 118 che lo hanno trasportato subito all’ospedale Vito Fazzi di Lecce dove è sopraggiunto il decesso a causa delle ferite riportate.

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Cgil Lecce: “Necessario introdurre l’aggravante di omicidio sul lavoro”

“Esprimo a nome di tutta la Cgil Lecce dolore per l’ennesima vittima sul lavoro e vicinanza ai familiari del lavoratore”, hanno dichiarato in una nota congiunta il segretario generale della Cgil Lecce, Tommaso Moscara, e la segretaria provinciale con delega alla Sicurezza nei luoghi di lavoro, Fiorella Fischetti.

“Non spetta a noi ricostruire la dinamica dell’accaduto. Di sicuro nella maggior parte degli infortuni mortali latitano le misure di sicurezza e prevenzione, che restano una causa incomprensibile e inaccettabile di questo fenomeno. Ogni giorno ci sono tre lavoratori italiani che escono da casa per lavorare senza più fare ritorno alle proprie famiglie. È assurdo. Servono misure urgenti e concrete per mettere in sicurezza i luoghi di lavoro. Come parti sociali possiamo intervenire soprattutto sulla cultura della prevenzione, ma non basta".

“È necessario un investimento urgente del Governo sull’attività ispettiva e sui controlli. E urge un’attenzione particolare nella scrittura delle leggi: la patente a punti per le imprese va estesa a ogni settore e non può bastare un corso di formazione per tornare alla normalità. Così come è necessario mettere di fronte alle proprie responsabilità i datori di lavoro, anche attraverso –concludono i due sindacalisti – l’introduzione dell’aggravante di omicidio sul lavoro”.