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Si torna al Mise per la Treofan. Appuntamento domani, 27 marzo, alle ore 17.00, convocato dal vicecapo di Gabinetto Giorgio Sorial, che ha nuovamente invitato al tavolo ministeriale Regione Campania, Umbria, Puglia, direzione aziendale di Jindal e Treofan, M&C (la vecchia proprietà dell’azienda del settore chimico) e segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici.
Sono stati proprio i sindacati a sollecitare il nuovo appuntamento, visto che il piano industriale presentato da Jindal, la multinazionale indiana proprietaria di Treofan, non convince affatto le organizzazioni dei lavoratori. In sostanza, Jindal parla di dismissione per il sito di Battipaglia e di mantenimento dell’organico per almeno tre anni per il sito di Terni, dove lavorano 151 persone, con investimenti programmati, sempre per tre anni, di un milione e mezzo l’anno. Soldi che “non bastano nemmeno per le manutenzioni ordinarie”, hanno denunciato i sindacati, che stigmatizzano anche le “operazioni di spostamento delle produzioni a maggior valore aggiunto e delle competenze verso gli altri stabilimenti, quello di Brindisi (sul quale la Regione Puglia ha fatto un investimento pubblico notevole) e quello in Germania”.
Proprio per queste ragioni, in vista del confronto odierno, le organizzazioni sindacali dell'Umbria, dopo l'assemblea svolta nel sito Treofan di Terni, hanno inviato una lettera a Jindal, nella quale, in 11 punti, si chiedono delucidazioni precise su una serie di contenuti del piano industriale presentato dalla multinazionale. I sindacati, sensibilmente preoccupati per il futuro del sito chimico, incalzano la proprietà su tipologia e quantità delle produzioni programmate, sugli investimenti, sul “portfolio prodotti”, sui criteri di valutazione dei singoli stabilimenti, sulla trasparenza dei risultati economici 2018, sui rapporti tra Treofan Germany e Treofan Italia e via dicendo. “Su tutti questi nodi ci aspettiamo che stavolta si entri davvero nel merito – spiega Marianna Formica, segretaria generale della Filctem Cgil di Terni – e al tempo stesso chiediamo che Jindal indichi per lo stabilimento umbro una figura dirigenziale di riferimento, perché attualmente, e questo è un altro grave problema, la Rsu non ha una figura con cui confrontarsi sull'operatività quotidiana del sito”.
A Battipaglia invece, dopo la decisione della multinazionale di cessare l'attività, si lavora per la reindustrializzazione: “L'advisor che è stato nominato per occuparsi della vendita del sito ha fatto nei giorni scorsi un sopralluogo in azienda – riferisce Sergio Cardinali, che segue la vertenza per la Flctem Cgil nazionale - ed è rimasto anche positivamente colpito dallo stato degli impianti. Inoltre, pur senza lasciar trapelare nulla, ha annunciato che ci sono già alcune linee di indirizzo per la reindustrializzazione su cui sta lavorando”. Nel frattempo è stata formalizzata la richiesta di cassa integrazione per cessazione (durata 12 mesi, a rotazione) per i 65 lavoratori campani: “Giovedì avremo l'incontro per la firma al ministero del Lavoro – conclude Cardinali – è chiaro che entro questo anno di copertura degli ammortizzatori andrà assolutamente trovata una soluzione per garantire continuità occupazionale ai lavoratori”. (Fab.Ri)