PHOTO
Un presidio dei lavoratori del comparto agricolo si terrà, sotto la sede di Coldiretti Trento, mercoledì 31 luglio alle 10. Le posizioni per il rinnovo del Contratto restano distanti e così Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil del Trentino portano avanti le iniziative di mobilitazione, dopo la proclamazione dello stato di agitazione dello scorso 18 luglio, che faceva seguito all’ultimo incontro con la controparte. A darne notizia sono le segretarie generali Elisa Cattani (Flai Cgil), Katia Negri (Fai Cisl) e il funzionario Fulvio Giaimo (Uila Uil).
Dopo diversi incontri di trattativa, a oggi, ancora non si riesce a trovare un punto di accordo. La distanza tra le posizioni riguarda, in particolare, l’aspetto legato agli aumenti economici. La richiesta dei sindacati era del 5% sui minimi tabellari per il biennio 2024 – 2025, a cui si aggiungeva un ulteriore 3% come elemento di garanzia per il mancato riconoscimento della produttività, che da anni viene rimandato. Quello relativo agli operai agricoli e florovivaisti è un Contratto collettivo con ‘autorità salariale’ di primo livello.
L’Istat prevede un Indice dei prezzi al consumo armonizzato, per il prossimo biennio, pari al 3,9%. Va considerato che questo è un dato nazionale che, dunque, non restituisce la fotografia reale del costo della vita in Trentino. Per questo, la richiesta economica avanzata dai sindacati con la loro piattaforma risulta essere quanto mai legittima e oggettiva.
“Purtroppo – spiegano – ci troviamo difronte a una controparte che, nei fatti, non riconosce l’importanza dei lavoratori, offrendo come aumento il 3% sulla parte fissa. Il confronto coi lavoratori aveva quindi già portato Fai, Flai e Uila a proclamare lo stato di agitazione del comparto fino a data da destinarsi, con conseguenti azioni di protesta che potrebbero prolungarsi per l’intera estate. La prima di tali azioni è dunque il presidio di mercoledì prossimo. Ovviamente il nostro auspicio è quello di trovare un punto di accordo il prima possibile, che possa soddisfare le esigenze di tutti: in primis quelle di lavoratori e lavoratrici, ma anche la necessità di scongiurare disagi per le tante aziende che hanno tutto l’interesse a valorizzare e fidelizzare i propri dipendenti attraverso retribuzioni giuste”.