Giovedì 18 luglio sciopero nazionale di 4 ore di tutto il personale del trasporto pubblico locale. La mobilitazione, organizzata nel rispetto delle fasce di garanzia e con modalità stabilite a livello territoriale, è stata indetta da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna per il rinnovo del contratto nazionale autoferrotranvieri e internavigatori.

Un contratto che per i sindacati deve essere rinnovato in tempi rapidi anche in vista di eventi come il Giubileo e le Olimpiadi invernali che impatteranno notevolmente sulla mobilità. Contestualmente le organizzazione dei lavoratori chiedono un impegno concreto da parte del governo e delle forze politiche per finanziare il Fondo nazionale dei trasporti.

Viviana Flamigni, del dipartimento mobilità della Filt nazionale, ci spiega che lo sciopero è stato indetto dopo diversi mesi di trattativa “in quanto si è prodotto uno stallo, nonostante un atteggiamento responsabile delle organizzazioni sindacali che hanno tentato in questi mesi di portare all'attenzione i punti della piattaforma che è stata presentata unitariamente. Un documento che è lo specchio delle rivendicazioni dei lavoratori e delle lavoratrici del settore nonché anche delle esigenze della cittadinanza che si aspettano di ricevere un'offerta di servizio che sia in linea con le loro necessità”.

Nonostante questo impegno la trattativa si è arenata a causa di “un atteggiamento delle associazioni datoriali in alcuni casi dilatatorio, in altri casi poco attento o forse anche un pochino intransigente – prosegue – rispetto proprio a queste proposte che dovrebbero essere anche interesse delle organizzazioni delle associazioni datoriali, perché il settore ormai non è più attrattivo dal punto di vista lavorativo e quindi c'è una grandissima carenza di personale. Le aziende del Tpl fanno fatica a trovare persone da assumere e si assiste negli ultimi anni a un fenomeno mai visto finora, quello delle dimissioni volontarie”.

I motivi principali di questa emorragia di personale sono il deterioramento delle condizioni lavorative e retributive. “Le retribuzioni del settore sono estremamente basse rispetto al livello di responsabilità, professionalità e attenzione che invece vengono richiesti ai lavoratori e alle lavoratrici del settore – afferma Flamigni –. Durante questi incontri le organizzazioni sindacali hanno sollevato una serie di tematiche chiedendo un aumento retributivo che sia in linea con la perdita derivante da l'andamento inflattivo negli ultimi anni e anche dalla proiezione dell'andamento inflattivo che dovrebbe essere in costanza di rinnovo contrattuale”.

Parallelamente, continua la sindacalista, è stato richiesto anche il miglioramento delle condizioni lavorative in termini di impegno di lavoro “che è una cosa ben diversa dall'orario di lavoro settimanale. Infatti, se l'orario di lavoro settimanale di un autoferrotranviere è di circa 39 ore, l'impegno lavorativo raggiunge dei picchi molto più alti, perché ci sono  turnazioni che arrivano anche a 15 ore giornaliere. Quindi se si proiettano queste 15 ore per i sei giorni a settimana lavorati, si capisce bene che l'impegno lavorativo va a crescere a livello esponenziale rispetto all’orario definito”.

I sindacati hanno quindi formulato proposte in termini di miglioramento delle condizioni lavorative, come “l'equilibrio tra tempi di vita e tempi di lavoro. O anche l'inserimento nell'architettura contrattuale di strumenti specifici e opportuni che devono essere a garanzia della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro. Inoltre è necessario anche il contrasto alle aggressioni che interessano in maniera particolare il personale front line”.

È importante mettere in relazione i temi che riguardano i lavoratori del trasporto pubblico locale con quelli degli utenti che, soprattutto nelle grandi città, si trovano a combattere con disservizi e insufficienze. E questo anche al fine di fare comprendere ai cittadini i motivi dello sciopero che inevitabilmente li coinvolge.

Flamigni ci conferma che “c'è una connessione strettissima tra condizioni di lavoro, contratto nazionale e disagi che gli utenti vivono quotidianamente, perché, se abbiamo poco personale che può espletare il servizio, questo viene tagliato a causa della mancanza di personale viaggiante, degli autisti e degli operatori in genere del Tpl”

La Filt Cgil ricorda infine che il contratto nazionale di lavoro è “un diritto irrinunciabile per restituire dignità a tutti gli autoferrotranvieri ed è il primo elemento indispensabile allo sviluppo del trasporto pubblico nell’interesse di lavoratrici, lavoratori, cittadini e per una crescita sostenibile del Paese".