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Oggi, 13 dicembre, a Siena, prima iniziativa di sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici toscani dei territori di Arezzo e Siena per il rinnovo del contratto nazionale a cui ha preso parte per la segreteria Fiom Cgil nazionale Barbara Tibaldi. Le altre date della protesta regionale saranno: 18 dicembre sciopero di 8 ore per le province di Firenze, Prato, Pistoia. Con iniziativa a Prato. 10 gennaio, sciopero di 8 ore per le province di: Grosseto, Livorno, Pisa, Lucca, Massa Carrara. Con iniziativa a Livorno.
“Abbiamo deciso di partire proprio da Siena, una città duramente colpita dalla vertenza Beko – scrive la Fiom regionale in un post affidato alla sua pagina Facebook –. Nessuna risposta positiva è arrivata dal tavolo della trattativa nazionale. Le richieste dei sindacati, che si sono mossi unitariamente, sono rimaste inascoltate e hanno perciò deciso di mobilitarsi per rivendicare investimenti e politiche industriali sia a livello nazionale che regionale”.
“Migliaia di lavoratrici e lavoratori toscani sono in grave in difficoltà, lavorative ed economiche. Non è possibile scaricare i costi della crisi solo sulle spalle di lavoratori e lavoratrici, non riconoscendo aumenti salariali per i prossimi anni che tutelino il potere di acquisto delle persone. Ed è per questo che è necessario tenere assieme le ragioni del contratto con la crisi che sta attraversando l'apparato industriale toscano”.
Daniele Calosi, segretario generale Fiom Toscana: “La centralità del contratto nazionale è l’elemento unificante del mondo del lavoro, soprattutto di quello metalmeccanico”
“Il settore metalmeccanico della Toscana, come il resto del Paese, è attraversato da grandi emergenze – scrive il segretario generale della Fiom Cgil Toscana, Daniele Calosi –: emergenze salariali e di crisi industriali di vasti settori. La centralità del contratto nazionale è l’elemento unificante del mondo del lavoro, soprattutto di quello metalmeccanico. Dopo la rottura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, è arrivato il momento della mobilitazione e della lotta per rimettere al centro del dibattito del Paese e nelle imprese il lavoro industriale, rivendicando investimenti e politiche industriali sia a livello nazionale che regionale. Nella nostra regione, la crisi di importanti settori industriali metalmeccanici e le condizioni di precarietà delle persone anche in quelle realtà non colpite direttamente dalla crisi sono sotto gli occhi di tutti, e sono interessati migliaia di lavoratrici e lavoratori metalmeccanici toscani”.
Tra le crisi sul territorio, scrive Daniele Calosi, c’è la siderurgia a Piombino, il vasto settore automotive, la cantieristica navale, il settore degli accessori metallici per la moda, l'elettrodomestico. “Sono tutte realtà in cui l'azione unitaria di lotta di Fim Fiom Uilm è stata e continua a essere determinante per le soluzioni necessarie a salvaguardare il nostro comparto e i posti di lavoro. Riteniamo pertanto necessario tenere assieme le ragioni del contratto con la crisi che sta attraversando l'apparato industriale toscano”.
Per il segretario regionale è “inaccettabile la volontà di Federmeccanica e Assital di cambiare da una parte le regole del modello contrattuale (come successo a Prato con la disdetta da parte di Confindustria locale del contratto territoriale), non riconoscendo aumenti salariali per i prossimi anni che tutelino il potere di acquisto delle persone, e dall'altra scaricare i costi della crisi solo sulle spalle di lavoratori e lavoratrici, senza che sia stata valutata positivamente la nostra richiesta di riduzione dell'orario di lavoro che invece permetterebbe di affrontare una situazione industriale molto, molto difficile”.
Per tutte queste ragioni, nell’ambito delle 8 ore di sciopero indette dalle strutture nazionali, continueranno le assemblee informative nei luoghi di lavoro, intensificando lo sciopero degli straordinari e il blocco delle flessibilità. In Toscana le 8 ore di sciopero si caratterizzeranno con tre distinte iniziative di lotta.