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Una clausola maltempo, una riduzione dei chilometri per chi usa la bici tradizionale e un bonus per il lavoratore che passa all’elettrico o allo scooter. Sono le conquiste portate a casa dai rider di Just Eat a Torino con l’accordo integrativo siglato da Cgil, Filt e Fit Cisl provinciali, frutto di un tavolo negoziale aperto dai sindacati con il colosso delle consegne a domicilio.
Un contratto di secondo livello, unico in Italia, che ha l’obiettivo di tutelare maggiormente la salute e la sicurezza dei 200 ciclofattorini assunti come dipendenti con Ccnl logistica nella città della Mole, garantirne la retribuzione, facilitare il passaggio a mezzi più veloci.
“Si tratta di un passo avanti che amplia il protocollo meteo già esistente - spiega Elena Palumbo, segretaria Cgil Torino - e che inserisce elementi a maggior tutela per i courier, questioni su cui da tempo abbiamo aperto un tavolo negoziale con Just Eat. L’accordo ci consente di avviare percorsi di confronto condivisi e costruttivi sull’organizzazione del lavoro, come una riduzione seppur minima dei tragitti per i lavoratori che usano bici muscolari".
Per loro è stato fissato il tetto massimo di 9 chilometri da percorrere per la singola consegna: questo vuol dire che la distanza complessiva tra il ritiro e il recapito non deve superare quel limite, una novità che sarà sperimentata per due mesi, al termine dei quali si ragionerà se ridurre ulteriormente il chilometraggio.
Poi c’è l’incentivo di 200 o 300 euro per chi intende cambiare mezzo e passare all’e-bike o allo scooter che sarà messo a disposizione da just Eat da settembre. “L’azienda sta spingendo per avere una flotta quanto più automatizzata – dice Palumbo -, perché le consegne con bici muscolari sono quelle che danno maggiori problemi. Vedremo come andrà l’incentivo. Le difficoltà più grandi sono rappresentate dalle esigenze dei lavoratori stranieri, che non parlano bene l’italiano e quindi non possono prendere la patente, e che se passano all’e-bike si sobbarcano una maggiore manutenzione e costi di ricarica”.
Infine, la clausola maltempo, questione delicata per la categoria dei rider. Fino a ieri ha funzionato così: in caso di allerte rosse o arancioni, l’azienda poteva decidere di sospendere le consegne in tutta la città, garantendo la retribuzione; in alternativa in caso di maltempo il singolo rider che non si sentiva sicuro poteva interrompere il turno di lavoro rinunciando così alla retribuzione.
Con il nuovo integrativo la città è stata divisa in quattro zone diverse, anche perché gli eventi climatici avversi spesso sono molto localizzati, e in ciascuna area Just Eat può decidere di mettere in stand by l’attività, quindi le consegne, per 15 minuti, reiterabili, riconoscendo comunque il salario. Per prendere la decisione lo staff aziendale sarà aiutato da cinque osservatori meteo che indicheranno la situazione nei momenti di criticità.
“La decisione di chiudere arrivava sempre tardivamente, quando i pericoli erano già stati corsi, mentre adesso il processo decisionale sarà più efficiente – conclude la sindacalista -. In questo modo siamo riusciti anche a garantire maggiormente la retribuzione dei lavoratori. Questo accordo di secondo livello ci consente anche percorsi di confronto condivisi sull’organizzazione del lavoro e sui premi di partecipazione”. Nell’era dell’app economy il riconoscimento del ruolo del sindacato non è poca cosa.