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I sindacati chiedono un tavolo urgente, ma il direttore generale di Tim rimanda l’incontro a gennaio. “Comprendiamo bene le difficoltà del dott. Labriola a dover rispondere di un’Azienda che allo stato non ha neppure deciso il nome dell’amministratore delegato, ma proprio per questo altrettanto grande è la nostra preoccupazione”, così in una nota unitaria i segretari generali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Ulicom, Fabrizio Solari, Vito Antonio Vitale e Salvatore Ugliarolo.
I tre sindacalisti ricordano come “oggi Tim è un bastimento che naviga senza una rotta, ma su quel bastimento ci sono oltre 40.000 lavoratori ed alcuni degli asset fondamentali per lo sviluppo del nostro Paese”. Il governo, aggiungono, “ha il dovere di assumere un orientamento a tutela dell’occupazione e degli interessi nazionali, visto che l’eccesso di mercato è la causa e non la soluzione dei problemi”. La richiesta rimane la stessa: “L’urgenza di rendere comprensibili e trasparenti i processi in atto”.
Infine, sottolineano i tre sindacalisti, “chiediamo che in questa fase di stallo non si compiano atti unilaterali da parte aziendale che possono compromettere una soluzione positiva e condivisa”. Perché, aggiungono, “il governo non può a parole invocare il ruolo pubblico sulla rete e poi apprestarsi a cofinanziarne nuovi lotti che, una volta realizzati, resteranno nella disponibilità dei privati”.