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“Seguiamo con grande attenzione le evoluzioni della vicenda Tim e, più in generale, delle nuove infrastrutture di telecomunicazioni. Saremo molto attenti alle prossime evoluzioni: il paese ha bisogno di scelte che vadano nella direzione dell'industria e non della speculazione finanziaria. Chiediamo al Governo di aprire un confronto con i sindacati per gestire questa fase di transizione e rimettere al centro sviluppo e occupazione”. È quanto dichiarano il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Slc Cgil Fabrizio Solari.
“In un momento storico come quello attuale, soggetto ad una vera e propria trasformazione copernicana, la fase di transizione digitale cui siamo sottoposti non si limiterà a produrre impatti solo nel mondo dell’informatica o delle telecomunicazioni. Per questo – proseguono i dirigenti sindacali – riteniamo particolarmente grave che continui a mancare un'idea sul futuro infrastrutturale del paese. Per non parlare del fatto – aggiungono – che si continua ad evitare in ogni modo il confronto su come si tutela il fattore lavoro in questa fase di profonda ristrutturazione”.
“Quello che chiediamo – ribadiscono Gesmundo e Solari – è dunque di smettere di immaginare provvedimenti ‘sartoriali’ per questa o quella realtà e di aprire finalmente con il sindacato il confronto sugli strumenti per gestire la transizione digitale, sapendo che a partire dal settore delle tlc il primo effetto concreto cui rischiamo di andare incontro è quello di avere ricadute occupazionali di enormi proporzioni. La posta in gioco – concludono – è troppo alta per lasciare che sia il mercato a stabilire le regole”.