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“Vi facciamo presente le preoccupazioni degli impiegati Thai in Italia per il loro futuro e delle rispettive famiglie, in aggiunta a una grande preoccupazione per la qualità del servizio offerto dalla compagnia ai propri passeggeri e clienti”. A scriverlo, le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl trasporto aereo in una lettera consegnata ai rappresentanti thailandesi in Italia nel corso di un presidio tenutosi di fronte alla sede dell’ambasciata a Roma.
Lo scorso 1 novembre - spiegano nella lettera i sindacati - è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo per 21 lavoratori, su un totale di 31, con la totale eliminazione di alcune figure professionali negli scali di Malpensa e Fiumicino. Pur comprendendo le enormi difficoltà finanziarie in cui si trova attualmente la compagnia, riteniamo doveroso da parte nostra mettervi a conoscenza delle possibilità che le leggi italiane mettono a disposizione per evitare i licenziamenti senza compromettere l’esigenza di diminuire i costi. Queste infatti permetterebbero a Thai di utilizzare gli ammortizzatori sociali per tutto il periodo necessario per la ripresa del traffico e del ripristino definitivo dei voli da e per l’Italia, una volta passata l’emergenza sanitaria attuale causata dal Covid 19".
"Potendo utilizzare per tutto il 2022 il contratto di solidarietà o la cassa integrazione straordinaria, peraltro già utilizzata nel corso del 2020, o ulteriori misure di sostegno al reddito rese disponibili dall’ultima legge di bilancio. Con l’utilizzo di tali misure la compagnia sosterrebbe un costo pari o addirittura più basso di quello che sosterrà dovendo garantire lo stipendio pieno alle undici persone che rimarrebbero in azienda”, aggiungono le sigle di categoria.
“Noi crediamo che la Thai Airways debba cogliere questa opportunità messa a disposizione dallo stato italiano al fine di coniugare il mantenimento dei posti di lavoro e delle professionalità acquisite che saranno indispensabili nel momento in cui ci sarà la ripresa del traffico, riducendo sostanzialmente per il tempo necessario il costo del lavoro”, concludono le organizzazioni dei lavoratori.