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“Un bracciante indiano di 55 anni è morto a Terracina durante il lavoro. Un altro tragico evento che allunga la lista delle morti sul lavoro, in una regione che, come ci dicono i dati Inail, è maglia nera nel Paese per infortuni, malattie professionali e decessi”. A diramare la notizia la Cgil di Roma e del Lazio e la Cgil Frosinone Latina con un comunicato.
Cgil: “Occorre sapere quante ore questo bracciante lavorava”
“Ancora una volta – continua la nota – si tratta di un lavoratore straniero, in un contesto ormai acclarato in cui sfruttamento e pesanti carichi di lavoro rappresentano la normalità. Una condizione a cui non vogliamo rassegnarci e per la quale chiediamo un’inversione di tendenza. La regolarità del rapporto di lavoro e il possesso del permesso di soggiorno valido non sono requisiti sufficienti per mettere a posto la coscienza. Occorre sapere quante ore questo bracciante lavorava, quali strumenti e con che preparazione li utilizzava, se era informato e formato sulla sicurezza e sulla tutela sanitaria, se era sottoposto a visite e controlli, come previsto dalla normativa vigente”.
“Auspichiamo che le autorità intervenute e la magistratura facciano luce su quanto accaduto – aggiungono i sindacati – e chiariscano le cause e le eventuali responsabilità che, ancora una volta, ci fanno fare i conti con una vita spezzata a lavoro. Torniamo però a chiedere con forza, in primis alla Regione Lazio, di riprendere il confronto sul territorio, impegnando le istituzioni a tutti i livelli a tenere accesi i riflettori e proseguire nell’azione sinergica di contrasto allo sfruttamento, al caporalato e a ogni forma di illegalità”.