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La scorsa settimana, giovedì 9 maggio, si è tenuto presso il Ministero del Lavoro l’incontro per l’esame congiunto per la richiesta di attivazione della cassa integrazione straordinaria alla Terny Industry.
L’accordo per la Cigs, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali di categoria , Filctem Cgil e Femca Cisl di Terni, con la curatela fallimentare dell'azienda, il ministero e la Regione Umbria, interessa gli 11 lavoratori sospesi in seguito al fallimento dell’11 gennaio scorso. Il percorso è stato possibile sfruttando il d.lgs. n 109 del 28 settembre 2018 (decreto salva Genova) con l’obiettivo della riqualificazione e ricollocazione dei lavoratori, secondo le modifiche del piano delle politiche attive da parte della Regione Umbria.
“Quello che abbiamo seguito per arrivare all'accordo è stato un percorso innovativo per il territorio, visto che non era mai stato richiesto un intervento di integrazione salariale straordinario in aziende in fallimento e senza prospettive di proseguo delle attività, come è il caso della Terny Industry in fallimento”, spiegano Stefano Ribelli e Simone Sassone, per Filctem Cgil e Femca Cisl.
“Come organizzazioni territoriali abbiamo sin da subito cercato di percorrere questa strada – continuano i sindacalisti - per dare una chance in più ai lavoratori coinvolgendo nel tavolo di crisi tutti i soggetti interessati: curatela, Regione Umbria e ministero”. L’accordo, peraltro, è retroattivo e parte dunque dall’11 gennaio, data del fallimento dell’azienda.
Filctem Cgil e Femca Cisl esprimono soddisfazione “per aver aperto un percorso che può essere sfruttato in prima istanza dai lavoratori di Terny Industry, ma in futuro potrà essere intrapreso anche da altre aziende in cessazione o procedura concorsuale che rientrino nelle specifiche del decreto salva Genova”.
C'è però anche un elemento di rammarico rimarcato dai sindacati: “Alcuni lavoratori, dato il protrarsi dei tempi e le difficolta precedentemente accumulate in Terny Industry, non hanno potuto attendere l’esito del percorso sospesi e senza retribuzione – spiegano Ribelli e Sassone - Per loro avevamo precedentemente fatto un accordo di licenziamento collettivo con la curatela, per far sì che, secondo il loro interesse ed il principio della non opposizione, potessero accedere alla Naspi”.
“Lavoreremo ora insieme agli enti preposti per monitorare il percorso di riqualificazione dei lavoratori ex Terny Industry sapendo che c’è una prospettiva di più lungo termine per arrivare ad una ricollocazione, cosa che di questi tempi non è per nulla scontata nella nostra provincia, attraversata da una crisi strutturale che morde sempre di più”, concludono Ribelli e Sassone.