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"A circa un anno dall’insediamento del governo e a pochi mesi dalla storica visita ufficiale della ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, presso il Polo di mantenimento delle armi leggere di Terni, non una delle criticità evidenziate dalle Rsu e dalle organizzazioni sindacali è stata ancora risolta". A dirlo sono Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl di Terni e la Rsu del Pmal, annunciando per giovedì 30 maggio un'assemblea sotto la Prefettura ternana (a partire dalle ore 9.30), in concomitanza con le altre manifestazioni indette dagli enti del ministero della Difesa su tutto il territorio nazionale.
Nulla è stato risolto, spiegano i sindacati, a partire da "quella che più di altre continua a essere giustamente vissuta dalle lavoratrici e dai lavoratori civili della Difesa come una vera e propria discriminazione salariale, in ragione del noto gap economico esistente tra la loro retribuzione accessoria e quella percepita dai colleghi di pari ruolo e qualifica degli altri ministeri e amministrazioni, o anche quella attribuita alla nutrita componente militare che opera ormai regolarmente nell’area amministrativa con i dipendenti civili".
"Avevamo chiesto di affrontare e risolvere alcune delle priorità individuate che continuano a mortificare il lavoro, svilire la professionalità e determinare l’esiguo trattamento economico e previdenziale riservato ai dipendenti civili della Difesa", scrivono in una nota. In particolare, per il Pmal di Terni l’accento - dicono i sindacati - va posto sulla carenza dei dipendenti civili rispetto alla pianta organica, che a fronte dei 384 previsti, oggi vede la presenza di circa 280 persone, le quali si ridurranno nel prossimo triennio, a causa dei pensionamenti, a soli 182, causando l'irrimediabile dispersione del prezioso know-how acquisito, soprattutto nel settore tecnico, e il conseguente drastico calo delle prestazioni e della possibilità di raggiungimento degli obiettivi istituzionali.
"È giunto il momento di dire basta alle promesse non mantenute e alle solite vuote dichiarazioni di disponibilità della ministra Trenta, a cui mai fanno seguito soluzioni concrete - continuano i sindacati ternani - É tempo che il ministro della Difesa assuma per intero le responsabilità che derivano dal suo ruolo istituzionale di fronte ai propri 27.000 dipendenti e alle loro famiglie e realizzi senza ulteriore ritardo gli impegni che ha assunto nei loro confronti".