"La scelta demagogica di investire milioni di euro nell’installazione delle telecamere nei nidi di infanzia rappresenta una punizione per il personale: lavoratori e lavoratrici, che, a fronte di situazioni di lavoro usuranti e condizioni fisiche ogni giorno più precarie, svolgono con passione il proprio operato in questi percorsi educativi". E' quanto si legge in una nota dell'Osservatorio Zerosei della Cgil.
"Gli atti di violenza - prosegue l'Osservatorio - sono da condannare in ogni forma e luogo: ne basta uno, perché ci sia una sconfitta della comunità educante di un territorio. Gli episodi isolati accaduti sono il frutto di un isolamento delle strutture, di una prolungata e mancata presa in carico delle difficoltà espresse dai lavoratori, di condizioni di lavoro in continua emergenza protratta negli anni".
Secondo gli esperti della Cgil "le telecamere non saranno un deterrente" contro "atti di violenza: serve, invece, che ogni struttura riesca a convivere e collaborare in un progetto territoriale che crea sinergia reale. Solo in vere comunità educanti nessun caso di violenza potrà più avvenire. Ai genitori che credono sia indispensabile monitorare il proprio figlio, noi dell’Osservatorio Zerosei chiediamo invece di vivere il nido con i propri figli, con le educatrici e con le maestre. Saranno accolti con piacere, cogliendo l’occasione di insegnare loro come si leggono le manifestazioni dei bambini sia in caso si allerta, che di gioia di sentirsi autonomi in percorsi educativi in cui gli spazi sono pensati esclusivamente per loro". "Le telecamere - conclude l'Osservatorio - sono la risposta di una scelta nazionale di controllo e non di costruzione di valori sociali".