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La notizia è arrivata nella mattinata di mercoledì scorso, 21 febbraio. Mentre lavoratrici e lavoratori edili e metalmeccanici scioperavano le ultime due ore del turno e, insieme a tutti gli altri e alla società civile, riempivano le piazze di tutta Italia rispondendo all’appello lanciato da Cgil e Uil, il governo ha reso noto di aver convocato a Palazzo Chigi per oggi, lunedì 26 febbraio, le rappresentanze sindacali e datoriali per un incontro sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Alle ore 8.30 il primo “round” con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Confsal. A seguire, alle ore 10.00, è previsto un secondo incontro con i rappresentanti di Alleanza Cooperative, Ance, Casartigiani, Cna, Confapi, Confartigianato e Confindustria.
Non certo quello che si aspettava Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, che proprio dal piazzale antistante il cantiere di via Mariti a Firenze, dove il 16 febbraio scorso hanno perso la vita 5 operai e altri tre sono rimasti feriti, aveva detto al governo che loro erano pronti a partecipare a un tavolo che non fosse la solita passerella e che restasse in piedi a oltranza, anche giorni se ce ne fosse stata la necessità, ma si concludesse con una soluzione vera, concreta.
Un concetto che il segretario della Cgil ha ribadito sabato sera, ospite della trasmissione Che sarà... su Rai Tre. “Noi ci andiamo – ha assicurato Landini – ma leggo dai giornali che l'incontro è dalle 8:30 alle 10, poi ci sono le imprese e poi il consiglio dei ministri”. Davanti a questa tabella di marcia “vorrei capire che discussione è”, perché “se vengono per dirci in un'ora e mezza quello che hanno già deciso e non ascoltano le proposte che facciamo è chiaro che non funziona”.
“Serve una trattativa vera – ha detto Landini – per cambiare quelle leggi sbagliate che sono state fatte in questi anni”. La piattaforma unitaria dei sindacati confederali su salute e sicurezza, del resto, è pronta da anni. Nella primavera del 2021 Cgil Cisl Uil lanciarono una mobilitazione straordinaria al grido di “Fermiamo la strage” che coinvolse tutti i territori. Da allora, a un conto statistico, quasi 3mila persone hanno perso la vita lavorando o nel tragitto casa lavoro, senza che nulla sia cambiato in questo Paese.
Come spesso è accaduto in passato, anche questa volta il governo ha riaperto il file della sicurezza sul lavoro convocando le parti sociali esclusivamente sull’onda emotiva della strage al cantiere di Firenze, ignorando o, piuttosto, facendo finta di non sapere che in Italia, statisticamente, ogni giorno muoiono tre persone sul lavoro. Infortuni mortali che spesso non “meritano” neanche una breve sulle pagine di cronaca, che non hanno spazio nel dibattito e non bucano l’agenda della politica.
Oggi si riparte con questo tavolo, anche se le premesse, una riunione a tempo di 90 minuti, non lasciano ben sperare. E mentre l’eco del cantiere di Firenze è sempre più lunga e indistinguibile, le morti in Italia continuano a essere tre al giorno. Ci sarà un governo prima o poi che darà ascolto e attenzione veri ai sindacati e alle loro proposte? Speriamo che questa mattina ci smentisca.