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Indotto ArcelorMittal: i 200 lavoratori licenziati a Taranto dal gruppo Castiglia hanno manifestato questa mattina sotto Palazzo di Città. Protestano per Il licenziamento dovuto alla conclusione del rapporto contrattuale con ArcelorMittal per conto del quale Castiglia si è occupato della pulizia industriale degli impianti siderurgici. I lavoratori denunciano il mancato reimpiego nelle nuove aziende che sono subentrate a Castiglia. Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta dal vicesindaco di Taranto, Paolo Castronovi. I sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb hanno chiesto l'intervento del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci. “Il vicesindaco Castronovi, dopo aver sentito le ragioni dei lavoratori, ha assicurato l'interessamento dell'amministrazione per quanto di propria competenza”, si legge in una nota.
“Questo dell'appalto – commenta il vicesindaco – è l'ennesimo schiaffo che la città e i lavoratori ricevono da ArcelorMittal. Assistiamo a cambi d'appalto che non garantiscono la continuità lavorativa e che comprimono sempre di più i salari e i diritti dei lavoratori di Taranto e provincia”. “Abbiamo più volte tentato di costruire un rapporto di leale collaborazione con l'azienda – rileva il vicesindaco di Taranto –, ma abbiamo verificato che, buoni propositi a parte esternati a parole, non c'è una volontà comune”.
Sui 200 licenziamenti di Castiglia la Regione Puglia, attraverso la task force lavoro e occupazione, ha convocato un vertice a Bari per il 4 ottobre per cercare di trovare una soluzione con le imprese subentranti che finora hanno dichiarato la propria disponibilità ad assumere solo una parte del personale. Ieri (1° ottobre) per questi licenziamenti e per tutte le altre situazioni di crisi aperte nell'indotto appalto di ArcelorMittal a Taranto ci sono state 24 ore di sciopero in tutto il settore delle aziende esterne al siderurgico con presidio della portineria imprese dello stabilimento.