Con 108 sì, 63 voti contrari e un astenuto la legge di bilancio è stata approvata definitivamente al Senato. Poco prima l’Aula aveva dato l’ok, con 112 voti favorevoli, alla parte della manovra contenente le norme su cui il governo ha posto la questione di fiducia. La legge di bilancio 2025, da circa 30 miliardi lordi, è composta per due terzi dall’intervento per rendere strutturale, almeno per i prossimi 5 anni, la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro e il passaggio a tre aliquote Irpef.

La stesura della Manovra quest’anno è stata preceduta e vincolata dagli impegni presi nel piano strutturale di bilancio a 7 anni, che recepisce le nuove regole del patto di stabilità Ue. Per mantenere l’obiettivo di riportare il rapporto deficit/Pil sotto al 3% già nel 2026 è stata impostata una rigida revisione della spesa. Lo scenario macro economico inoltre vede il taglio delle stime sulla crescita del pil 2024: +0,5% dell’Istat rispetto all’1% segnato dal governo nel Def.

Più precariato e privatizzazioni

Per la maggioranza si tratta di una manovra per la crescita e a favore di famiglie e imprese, mantenendo i conti in ordine. Per l’opposizione invece il provvedimento distribuisce le briciole a chi è in difficoltà e soprattutto riduce le risorse per la sanità e manca di una visione industriale. In due anni il lavoro è stato precarizzato, con il no al salario minimo, liberalizzando i contratti a termine, alzando il tetto dei voucher e della somministrazione, che prima era al 30%. E poi il festival delle privatizzazioni: sanità, scuola, trasporti, welfare.

Cgil: “Giudizio gravemente negativo”

“Giudizio gravemente negativo” da parte della Cgil. Innanzitutto, perché non si intravede un solo provvedimento in grado di invertire il declino economico del Paese. “Anzi – sottolinea il segretario confederale Christian Ferrari – i tagli lineari alla spesa pubblica e agli investimenti peggioreranno la situazione, comprimendo ancor di più la domanda interna e impedendo di mettere in campo una politica industriale all’altezza della sfida cruciale che abbiamo di fronte: la transizione digitale, energetica ed ecologica del nostro sistema produttivo”.