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Il 6 settembre scade il termine di presentazione per le domande di partecipazione al programma 'Summer school', giunto alla terza edizione, realizzato da Cgil e università di Bologna, che si svolgerà nell'ateneo del capoluogo emiliano dal 9 al 13 settembre. Il tema di quest'anno è incentrato sul rapporto tra lavoro e legalità. A questo, è dedicata la puntata di 'Quadrato rosso. La formazione va in rete', andata in onda il 15 luglio.
“Sono tantissime le strutture Cgil che stanno sperimentando da anni azioni concrete di lotta alla mafia. Attività che presuppongono un percorso di formazione specifico. Ci vuole un periodo di prearazione e tirocinio, sapendo che sono operazioni rischiose, e sono tantissimi coloro che vi partecipano", spiega Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.
"Cerchiamo di spiegare quali sono gli strumenti da maneggiare per diventare costruttori di legalità. La Summer school la dirigo, ma non l’ho ideata io. Hanno contribuito anche Luciano Silvestri e Gianna Fracassi, creando una specie di 'ponte' di collaborazione tra università e Cgil. È una forma di contaminazione, perchè attualmente il mondo accademico può dare tanto ai delegati Cgil e viceversa. Questa È la formula che abbiamo adottato nel 2017 e la stiamo riproponendo ogni anno. Approcci diversi, ma tematica unico e metodo innovativo, un confronto tra prospettive diverse, quelle teorica e quella pragmatica sul campo", spiega Stefania Pellegrini, dipartimento Scienze giuridiche dell'università di Bologna.
"I campi della legalità, creati assieme da Cgil, Libera, Arci e Caritas, come luoghi e momenti di formazione. Un sindacalista e poi uomo politico di primo piano, come Pio la Torre, fu il primo a capire di dover attaccare la mafia sul terreno economico, cioè sui loro beni. Lo sappiamo: non si può sconfiggere la mafia solo con le leggi, ci vuole anche un movimento di opinione di lavoratori, di studenti, di cittadini, che si oppongono a questa sorta di dittatura, che impedisce la coesione sociale e la vita civile in larga parte del Paese", aggiunge Pelucchi.
"Il tema di quest’anno sarà la criminalità organizzata e gli appalti pubblici, tema più vivo e drammatico che mai. Non si può non parlare della corruzione, trattata a livello storico, normativo e investigativo. Spesso molti delegati Cgil si sono dovuti scontrare con tale fenomeno. Un tema ambizioso per noi, ma crediamo di avercela fatta, mantenendo fede alla progettazione e alla programmazione, andando a toccare nodi centrali, parlando delle esperienze specifiche di chi opera sul campo", rileva Pellegrini.
"La riforma del Codice degli appalti, realizzata con il decreto 'Sbloccacantieri', ha modificato la normativa della vecchia legislatura, in ottemperanza alle direttive Ue. Dal punto di vista del contrasto all’illegalità, l’ultimo provvedimento del governo rappresenta una regressione ed è discutibile. Una normativa può essere buona, ma male applicata. Viceversa, una normativa può porre seri dubbi, ma la buona prassi può aiutare a migliorare le cose, evitando risultati nefasti. Dobbiamo riuscire a blindare un appalto dal lato della sicurezza, cercare di spostare un percorso che è stato fatto, come gli appalti al massimo ribasso, scomparsi dapprima, poi riapparsi sotto mentite spoglie", aggiunge Pellegrini.
Secondo Vincenzo Morriello, responsabile legalità Cgil Lombardia, si va sviluppando nel Paese una specie di antimafia sociale, con molti casi di volontari che rimettono a nuovo beni sequestrati e confiscati alla N’drangheta e alle alre organizzazoni mafiose. E anche l''attività dei campi della legalità, costituisce un momento formativo: quest'anno abbiamo interessato ben dodici regioni, per un totale di 140 settimane accumulate di campi, per un periodo che va dalla fine di giugno all’inizio di settembre; i partecipanti sono stati circa 4.000, con sempre più categorie e strutture territoriali coinvolte. Il partenariato Cgil assieme all’Arci, i volontari, per l’80% giovani che non superano i vent’anni d’età".
"In tal modo, si sono creati veri e propri laboratori di formazione, dove è sempre presente la nostra organizzazione. Si può parlare di esperienze sociali dove molti volontari Cgil sono anche adulti. Discutiamo del valore dell’associazionismo e del volontariato. Esperienze che raccontano l’azione della magistratura, attraverso la confisca dei beni mafiosi. Il nostro obiettivo è sconfiggere la mafia con il protagonismo dei giovani e dei cittadini. L’incontro fra generazioni è una straordinaria occasione di dialogo per la Cgil, che riesce a portare avanti anche forme di contrattazione inclusiva sul territorio, che può attivare una domanda di natura sociale", osserva Morriello.
"Sono molto soddisfatta del programma che siamo riusciti a mettere insieme. Quattro giornate importanti, che iniziano con una dimensione storica, nello specifico cosa ha rappresentato la corruzione nella nostra storia repubblicana, Nel corso dell’ultimo cinquantennio, possiamo dire di aver avuto basi poco solide nel nostro Paese, per quanto riguarda la legalità. D'ora in poi, il nostro obiettivo è costruire un cantiere etico degli appalti. Nell’ultima giornata, abbiamo pensato di portare alla luce tre esperienze nazionali che sono passate alla storia, in tema di corruzione: Mafia capitale, la mafia nel Casertano, la mafia sulla Salerno-Reggio Calabria, quello che è stato definito il corpo del reato più lungo d’Italia. ma daremo spazio agli interventi dei delegati Cgil, sul ruolo della prefettura e dell’Anac, le indagini sulla corruzione, con un occhio anche agli appalti privati", sostiene Pellegrini.
Luciano Silvestri, responsabile nazionale Cgil per la legalità. "Il premio Pio la Torre, quest’anno giunto alla terza edizione, si terrà il 13 settembre. Va di pari passo con la Summer school. Il premio è pensato e realizzato congiuntamente da Cgil, Avviso pubblico e Fnsi, perchè vogliamo mettere in risalto l’impegno di tre categorie particolarmente esposte nell’impegno contro le mafie, cioè l'area del sindacato e dei lavoratori, l'area giornalisti e l'area degli amministratori publbici. E, per la prima volta, i sindacati dei militari, nati quest’anno grazie alla sentenza della Corte Costituzionale, e quindi un poliziotto e un carabiniere verranno menzionati nella loro opera di contrasto alla criminalità organizzata. Dopo 73 anni dalla nascita della Carta, è stato riconosciuto finalmente quello, che secondo me, è un sacrosanto diritto costituzionale".