È di poco fa la notizia che il processo per la strage alla Lamina spa di Milano, che costò la vita a quattro operai, si è concluso con il patteggiamento a ventidue mesi (pena sospesa) per il titolare dell’azienda.
Il 19 marzo scorso, quando il giudice decise di accogliere la richiesta di costituzione di parte civile del sindacato, la Fiom di Milano concluse il suo comunicato stampa come segue: “Attendiamo l’esito conclusivo del processo, ma diciamo fin d’ora che un eventuale patteggiamento non è accettabile, perché affermerebbe il principio secondo cui, a fronte della morte dei lavoratori, sia sufficiente l’indennizzo per ridurre le responsabilità di chi ha determinato conseguenze tanto drammatiche”.
“Prendiamo nota della sentenza odierna – dichiara Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano –, ma non cambiamo idea. Continuiamo a pensare che chi viola le norme su salute e sicurezza, causando incidenti, o, peggio, la morte di lavoratori, non possa cavarsela solo monetizzando. Così non s'incentivano le imprese a investire nella salute e nella sicurezza dei lavoratori, così morire sul lavoro continuerà a essere considerato un danno collaterale”.