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La procura di Prato ha inviato avvisi di garanzia alla società Eni spa e a nove persone, sette dirigenti di Eni e due della società appaltatrice Sergen, per le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali per le esplosioni del 9 dicembre scorso al deposito Eni di Calenzano, in provincia di Firenze, che hanno causato cinque morti e gravi danni.
Procura: “Evento prevedibile ed evitabile. Errore grave e inescusabile”
Tra gli indagati c'è anche uno dei feriti più gravi. “Un evento prevedibile ed evitabile in base delle risultanze investigative”, ha detto il procuratore Tescaroli, parlando di “errore grave e inescusabile”.
“Sull’inchiesta sullo scoppio del deposito Eni Calenzano – scrivono la Cgil e la Filctem di Firenze – arrivano oggi, dalle parole del procuratore di Prato Tescaroli, gravi novità. Che dimostrano ancora una volta che morire sul posto di lavoro non è mai una sfortunata casualità, ma è sempre il frutto di errori e sottovalutazioni nella gestione del ciclo produttivo. Le accuse della procura mostrano ancora una volta quanto sia importante che tutte le aziende, a maggior ragione quelle più strutturate, garantiscano le condizioni di massima sicurezza soprattutto quando intrecciano il loro lavoro con appalti o altre aziende operanti nel loro ciclo produttivo. Auspichiamo che l’azione della magistratura faccia al più presto il suo corso e restituisca giustizia, per le vittime innocenti e le loro famiglie”.