La lenta decadenza degli stabilimenti ex-Fiat, ora Stellantis, in Italia sembra ormai irreversibile. Un processo di smantellamento industriale iniziato durante l'era Marchionne, ma che ha subito un'accelerazione decisiva sotto la guida di Tavares. Da Termoli a Cassino, gli stabilimenti sono in agonia, e gli operai che vivono tra cassa integrazione e contratti di solidarietà, si sentono appesi a un filo sottile.

A Termoli, la fabbrica che doveva essere il fulcro di un ambizioso piano di rilancio economico per tutto il Molise, attraverso la riconversione alla produzione di batterie elettriche, è ora in una fase di stallo. Le speranze di una rapida ripartenza sono svanite, il futuro della Gigafactory resta incerto, e anche i fondi del Pnrr destinati al progetto sono diventati un enigma. A peggiorare la situazione, si aggiunge la cassa integrazione cautelativa che ha già colpito 400 dipendenti.

A Cassino, la situazione non è molto diversa. Quello che è ormai diventato un polo di produzione di auto di lusso, gli oerai restano a casa per 47 giorni di seguito e la produzione sfiora il 40% di calo nel primo semestre. La città martire intanto osserva questo declino, incapace di intervenire in dinamiche così lontane. I circa 3.000 lavoratori di oggi sono costretti a un andirivieni di ammortizzatori sociali, con buste paga che scendono anche al di sotto dei mille euro. Troppo pochi i giorni di lavoro mensile, e ora cig e cds hanno una data di scadenza non rinnovabile. L'indotto poi, che da queste parti sostiene l'economia dell'intero territorio, rappresenta il vaso di coccio di un sistema industriale che appare ormai in dismissione.

In uno stato non molto dissimile versano gli altri stabilimenti del Gruppo. Mirafiori è al suo diciassettesimo anno consecutivo di cassa integrazione, mentre a Pomigliano d’Arco la cassa durata quindici anni si è conclusa solo a inizio 2024, ma senza certezza alcuna per i prossimi modelli. A Melfi, i volumi hanno subito un dimezzamento in un anno, mentre ora trema anche Atessa

La Fiom da anni porta avanti una battaglia per frenare questa lenta agonia. A Roma, il 24 settembre Fim Fiom Uilm hanno indetto una conferenza stampa per annunciare le iniziative di mobilitazione dei lavoratori di Stellantis e della filiera automotive. Ed è arrivato lo sciopero: venerdì 18 ottobre sarà stop nazionale unitario di otto ore in Stellantis e nel settore automotive, con manifestazione a Roma. Questa la decisione presa dalle sigle.