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La Fiom Cgil non ha firmato l’accordo che sancisce la chiusura dello stabilimento Stellantis di Grugliasco (Torino). Nell’incontro che si è tenuto nel tardo pomeriggio di ieri (martedì 26 ottobre) tra sindacati e direzione aziendale, la Fiom ha ribadito di “non condividere questo modo di procedere sito per sito, poiché bisogna avere una visione complessiva del piano che Stellantis ha per l’Italia. Non è sufficiente dichiarare che non ci saranno esuberi e non dare prospettive con nuovi investimenti, nuove produzioni e volumi sufficienti a saturare gli attuali addetti”.
Simone Marinelli (coordinatore nazionale automotive Fiom Cgil) ed Edi Lazzi (segretario generale Fiom Cgil Torino) rilevano che “nei fatti in questi anni la riduzione del personale c’è stata ed è ancora in corso, con figure professionali importanti che stanno lasciando la ‘vecchia Fiat’, depauperando di conoscenze e saper fare aziendali”. I due esponenti sindacali evidenziano che “a Torino non ci sono solo la Carrozzeria e la Maserati, ci sono diversi settori come la Meccanica che produce i cambi, gli impiegati degli Enti centrali, le Presse e a cascata tutte le ripercussioni sull’indotto e quindi, a maggior ragione, serve un piano generale che l’azienda non ha fornito”.
Viceversa, proseguono Marinelli e Lazzi, viene confermata “la chiusura di uno stabilimento, e questo per noi è un fatto grave. Si procede infatti verso una riduzione sostanziale della capacità produttiva senza dare reali garanzie per il futuro. L'accordo prende atto di una scelta aziendale da noi non condivisa e contratteremo per evitare effetti negativi sui lavoratori e sul loro salario. Per queste ragioni non abbiamo sottoscritto l’accordo”.
Nei prossimi giorni la Fiom Cgil sarà impegnata “a tenere assemblee in tutte le realtà del gruppo Stellantis e nelle fabbriche dell’indotto per fare il punto con le lavoratrici e i lavoratori, e decidere cosa fare per evitare che questo continuo declino ci conduca alla sparizione dell’industria dell’auto nel nostro territorio. È inaccettabile l'assenza di ruolo del governo in un momento così complesso per gli stabilimenti italiani di Stellantis e per il settore”.